L’etichetta nostrana
Argonauta Records è sempre attenta ad individuare formazioni underground che esulano in qualche modo dai canoni tradizionali del genere heavy. In questo caso va a pescare il quartetto londinese dei
Surya, una band di non facile collocazione stilistica ma certamente degna di interesse.
Elementi ambient, doom, noise, post-rock e sperimentali si fondono in un sound magmatico ed avvolgente, a partire dai nove minuti dell’opener “
Anthropocene” che ricorda i Neurosis più evocativi. Malinconia, senso di disperazione ed abbandono, oscurità e desolazione, sono le emozioni veicolate dai ritmi compassati ed austeri di questa canzone, ottimo connubio tra gravità heavy e fluidità atmosferic-rock. La seguente “
The purpose” accentua gli aspetti metallici con un andamento più ruvido e sferzante, anche se non mancano le parti ambientali ed ipnotiche, mentre “
Fenland” è soltanto un interludio di quiete prima dell’assalto finale.
Infatti, “
Black snake prophecy” e “
Saviours” sono tracce più heavy e disturbanti, distorte da vibrazioni noise e perfino crust, ma riescono ugualmente a trasmettere sensazioni di ineluttabilità apocalittica, da ultimi giorni dell’umanità, da entropia cosmica.
Il disco è prevalentemente strumentale visto che le parti vocali restano relegate sullo sfondo, ma questo è funzionale alla creazione di un’atmosfera claustrofobica e stordente che avvolge l’ascoltatore dall’inizio alla fine.
Un lavoro di buon livello, che evidenzia la ricerca di sonorità alternative e moderne, consigliato ai fans di Neurosis, Godsped You! Black Emperor ed affini.
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