Un inquietante passaggio di sola tastiera ci introduce nella nera notte dei May Result, notte che per la prima volta non proviene dalle fredde terre norvegesi bensì dalla più vicina Jugoslavia. Viola e nero sono i colori che predominano all’interno di quest’opera, una perla di oscurità in un periodo in cui il termine “black metal” ha assunto il significato di attacco frontale, facce sempre più pittate e testi sadomaso. I May Result non rinunciano a colpire in faccia l’ascoltatore con riff furiosi, ma li alternano a momenti più riflessivi e crepuscolari, nella piena tradizione di gruppi come Satyricon, Ulver, Dimmu Borgir periodo Stormblast ed Emperor. Le tastiere formano un tappeto sonoro continuo e mai invadente, grazie a melodie semplici e minimali, ma soprattutto grazie ad un suono che definire eccezionale è dir poco! Il drumming è ora veloce, ora cadenzato, insomma molto vario: il batterista sa esattamente dove picchiare e quando farlo, e mi ha colpito parecchio per l’ottimo utilizzo dei piatti. Le chitarre si intrecciano a dovere sia tra di loro sia con la tastiera, ma soprattutto i chitarristi sono autori di arpeggi con le chitarre classiche che non avrebbero sicuramente sfigurato sul mitico Kveldssanger degli Ulver. A volte questi arpeggi sono accompagnati da un malinconico violino che sembra provenire direttamente dalle culture e dalle tradizione dei popoli dell’Europa dell’est, e questa è stata la chicca che mi ha convinto del fatto che Tmina è un autentico capolavoro! Anche la voce si incastra alla perfezione, e nei 44 minuti di musica che compongono il lavoro trovano posto anche alcuni cori e parti di voce pulita/sussurrata molto suggestive. Tutto questo solo per darvi un’idea, ma chi ascolta regolarmente black metal sa quanto sia difficile descrivere a voce le emozioni che può trasmettere un album così complesso e variegato, soprattutto se ascoltato al buio a volume sostenuto! Insomma, se i vecchi nomi non soddisfano le aspettative e le nuove correnti del black hanno tradito quelle che erano le coordinate del movimento, nell’underground di molti paesi è ancora vivo lo spirito dei mitici anni ’90-’95. I May Result sono autori di un capolavoro assoluto, che deve ottenere il riconoscimento che merita: onore alla CCP Records che permette ad un sacco di ottime band come loro di esprimersi a così alti livelli. Il migliore disco black uscito dal 1997 in poi, dopo Nemesis Divina dei Satyricon!
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