Ho sempre ritenuto la musica una cosa "privata", qualcosa, cioè, che ognuno dovrebbe vivere solo ed esclusivamente dentro se stesso.
La mia idiosincrasia verso i concerti ne è una prova evidente.
Quello che ho provato ascoltando
"There Is No Truth But Death", primo album di lunga durata per gli americani
Spleeping Ancient, un'altra.
Dal punto di vista "tecnico" mi sarebbe più o meno semplice dirvi che la musica del gruppo di Houston è una sorta di ibrido tra post black metal, sludge e qualche inflessione death.
Molto più difficile, invece, sarebbe descrivere le sensazioni che ho provato nell'ascolto di questo lavoro perché si tratta, lo avrete capito, di qualcosa di molto privato, di intimo.
"There Is No Truth But Death" è un album possente che, quasi inaspettatamente, esplode con forza dirompente quasi che i Neurosis si cimentassero con il black metal, è, anche, un album triste se non addirittura depresso, è, soprattutto, un album ricco di emozioni e di forza suggestiva.
Le composizioni avanzano desolate e desolanti, le velocità cambiano di continuo, gli arpeggi ed i durissimi riff di chitarra si danno di continuo il cambio, le voci si integrano negli strumenti e, spesso, sono solo un piccolo dettaglio, le atmosfere sono plumbee e non inducono al sorriso ma ti fanno pensare e ti fanno scorrere brividi lungo la schiena.
Da ogni nota trasuda melanconia, quasi che il gruppo rivolgesse al mondo il suo urlo di dolore senza preoccuparsi minimamente di sconvolgere l'ascoltatore con una tale forza da spazzarlo via e farlo sentire piccolo e perso tra i venti di un suono minaccioso e "moderno", di un suono che ha i suoi punti di riferimento ma che è, anche, molto personale perchè intimo (di nuovo) e sofferente.
"There Is No Truth But Death", che svela la sua identità sin dal titolo, vive di chiaroscuri dal sapore "post" e si rivolge ad un pubblico che non si è fermato a "Transylvanian Hunger" ma che ha capito che il black metal può lacerarti ed emozionarti in tanti modi diversi, anche quando si stringe in un abbraccio mortale con generi tanto differenti come quelli che affrontano gli
Spleeping Ancient i quali, silenziosamente ma con una spaventosa determinazione, hanno scritto un album semplicemente splendido.
Seppure dolorosissimo.
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