The Holeum ovvero la materia oscura che forma i buchi neri nell'universo.
La band che porta questo nome ambizioso viene dalla Spagna e, seguendo il flyer di presentazione del proprio secondo lavoro, propone "
con visione sfumata ed approccio olistico le tensioni tra post-rock/metal, doom/downtempo, dark ambient, drone e suoni cinematografici".
Tutto qui ragazzi? Nient'altro da aggiungere?
A me non è proprio chiaro ad essere sincero ma se possibile -dopo svariati ascolti di "
Sublime Emptiness" (questo il titolo dell'album distribuito da
Lifeforce Records)- ho le idee ancora più confuse.
Il quintetto iberico infila nelle sei tracce che compongono il lavoro le più disparate trovate musicali e quindi al death/doom melodico dell'opener "
Obsidiana" (probabilmente il brano migliore del lotto) segue qualcosa di simile all'avantgarde ed al prog (giurerei di aver sentito una tromba od un sassofono!?!) estremamente rallentato nella successiva "
Geometric Dance".
"
Protoconciousness" tira ancora di più il freno a mano affiancando chitarre ribassate a partiture vocali dal sentore cybernetico che sfociano poi in un improvviso coro pulito messo a chiudere la canzone; "
Drake Equation" ne è successivamente l'ideale prosecuzione in un alternarsi invero noioso e ripetitivo di suoni drone e stacchetti acustici.
"
Fractal Visions" ritorna agli arzigogoli di "
Geometric Dance" con una presenza ancora più forte dei fiati e la interminabile "
Metempsicosis" pone termine al disco con quelle che (alla buon'ora!) sono le trovate musicalmente più interessanti di tutto il full length ovvero alcuni dialoghi eterei e dal flavour siderale tra la coppia di asce
Albadalejo/Velasco ed il growl soffuso di
Pablo Egido.
Il rischio che si corre nel richiamare palesemente altre band (
Cult of Luna e
The Ocean su tutte) è proprio quello in cui si sono incagliati i
The Holeum: se oltre alle buone intenzioni manca "la ciccia" il gioco è presto scoperto.
"
Sublime Emptiness" è questo: moltissimo fumo che stringi stringi si dirada al primo soffio di vento; non a caso, nonostante mi sforzi, non riesco a ricordare praticamente nessun momento degli oltre 42 minuti di durata.
Alla fine ho capito che la pomposa introduzione -forse- serviva solo a mascherare la noia di un disco onestamente dimenticabile.
The Holeum - "
Geometric Dance"
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