Cercare di recensire un album dei Katatonia devo dire che non è affatto facile. Come si potrebbe definire una band originale, profonda e sensibile come Katatonia se non come una band che suona come i Katatonia? Ecco, forse la semplicità è l'arma migliore... 'The Cold Great Distance' suona come una classico album dei Katatonia, ma con il valore aggiunto di una maggiore ricerca compositiva, leggi dinamica tra chitarre distorte e pulite, passaggi decisamente Tooloidi (la band di Maynard deve aver sicuramente influenzato il songwriting di questo combo svedese), prese di posizioni più heavy in cui è chiaro il gemellaggio con gli Opeth, e - perché no - nell'utilizzo di preziosi inserimenti sporadici delle keyboards che sanno tanto di Placibo, sometimes. E' inutile soffermarsi troppo sulla questione produzione o qualità intrinseca delle songs, sono anni oramai che questi ragazzi ci hanno abituato ad altissimi standard, però mi preme sottolineare che questo lavoro è forse l'album più completo e "pensato" dai tempi di 'Discouraged Ones' (album che io ritengo un vero capolavoro, insieme allo spettacolare 'Dance Of December Souls'), in cui forse il mastermind Renske esprime al meglio la propria verve ispirativa. 'The Cold Great Distance' è un album consigliato, non di facilissima prima assimilazione, ma fortemente affascinante e ricco di spunti interessanti. Un gradito ritorno dopo tre anni di distanza.
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