Copertina 7

Info

Anno di uscita:2006
Durata:48 min.
Etichetta:Metal Heaven
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. FLASH OF THE BLADE
  2. DESIRE OF THE FLESH
  3. ELECTRIC STALKER
  4. DO YOU KNOW WHERE THE KIDS GO
  5. FREE LIKE AN EAGLE
  6. MEN WITH MEDALS
  7. DOMINATOR
  8. SPIT IN THE HAND THAT FEEDS YOU
  9. MAKE LOVE IN RED
  10. SHOCK THE NATION
  11. TRIAL BY FIRE
  12. LUST AND DESIRE

Line up

  • Thomas Vikström: vocals
  • Tommy Denander: guitars
  • Marcel Jacob: bass
  • Daniel Flores: drums

Voto medio utenti

Gli Speedy Gonzales sono una band formata, addirittura nel 1990, da due musicisti piuttosto noti, quali Thomas Vikström (Candlemass, Stormwind, Brazen Abbott...) e Tommy Denander (ATC, Radioactive, il progetto AOR...), e che è rimasta per anni in naftalina, per lo meno sino a quando la Metal Heaven non li ha convinti a rimettersi in carreggiata. Così, rispolverato il vecchio repertorio, con l'aggiunta di quattro nuove composizioni, ed inquadrata la formazione con una sezione ritmica "navigata" composta dal batterista Daniel Flores (Mind's Eye, Novak, Xsavior...) e dal bassista Marcel Jacob (Talisman, Yngwie Malmsteen...), ecco che arriva "Electric Stalker", un album dove sono ben evidenti le radici, oramai lontane nel tempo, del gruppo. Un lungo viaggio tra Hard Rock, AOR ed Heavy Metal, dove ad un'opener di puro ed energico Class Metal quale "Flash Of The Blade" e all'AOR di "Do You Know Where The Kids Go", gli Speedy Gonzales replicano con le priestiane "Electric Stalker" e "Dominator", dove Denander da sfoggio alla sua bravura mentre Thomas Vikström si permette di "sfidare" Rob Halford, e con l'Heavy Rock della conclusiva "Lust And Desire".
Come era facile intuire gli Speedy Gonzales non sfuggono all'immancabile ballad, "Men With Medals", che sfila via senza colpo ferire, e riescono decisamente meglio nel Melodic Metal di una "Spit In The Hand That Feeds You" o nelle pomposità della corale "Shock The Nation".
In effetti, lungo l'arco dei 12 pezzi di cui si compone "Electric Stalker", si nota come manchi un po' di coerenza, ma in realtà non si può dire che sia poi una grossa pecca, ed alla fine l'album si ascolta con piacere.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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