Al di là dei confini dell'Heavy Metal ci sono altre frontiere... come la proposta degli Orplid, band proveniente dalla Germania che ha debuttato nel 1997 con un autointitolato album e che ora si ripropone con il nuovo (e terzo lavoro sulla lunga distanza) "Sterbender Satyr". I natali del duo, Uwe Nolte e Frank Machau, sono subito evidenti, e non solo per il cantato in tedesco, ma anche per l'impostazione musicale: un blend atmosferico, elettronico (sottolineato dall'impiego della drum machine), ricercato e teatrale ("Die Seherin" è un poema messo in musica, cantato dalla vocalist Sandra Fink), drammatico, marziale e talvolta folk ("Amils Abendgebet" o "Heimkehr") o legato alla dark wave ("Sang Am Abend").
Niente da spartire evidentemente con i vari Rammstein, Subway to Sally o In Extremo, gli Orplid si muovono su tutt’altra dimensione, e le corde che vogliono toccare sono quelle più intime dell'animo umano. Non c'è alcun invito all'esaltazione o a danzare, quanto piuttosto il desiderio di coinvolgere e di avvolgere l'ascoltatore nelle proprie trame musicali.
In realtà non è poi semplice disquisirne, per la loro complessità e, giusto ammetterlo, anche per l'evidente distanza da quanto siamo soliti trattare su Eutk, eppure "Sterbender Satyr" è un disco che mi ha ammaliato, con tutte le atmosfere che lo pervadono, sopratutto quando entrano in gioco le chitarre acustiche, sempre eteree e sognanti.
Un'interessante via di fuga dal "solito"... ma, attenzione, si tratta di un album da affrontare con il giusto approccio!
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