Gruppo torinese formato in tempi recenti (nei primi mesi del 2004) ma che ha già saputo ritagliarsi importanti spazi live (supportando ad esempio Ancient e Dismember), gli
Amethista sono giunti piuttosto velocemente all'esordio discografico, con "Realitale", autoprodotto ma supportato per la distribuzione da Masterpiece e dalla Necrotorture Agency. Certamente gli Amethista sono stati favoriti anche dall'esperienza maturata da diversi dei suoi elementi, a partire dalla brava e bella AEretica (ex Dismal e diverse altre partecipazioni), Alexandros (anche tastierista degli Highlord), Frater Alchemoth Katharian (ex Dismal ed Advent) ed il batterista Carlos (anche per lui tantissime collaborazioni, tra cui quella con gli Skylark), anche se in realtà sul disco la batteria l'ha suonata il drummer degli Highlord, Luca.
Marziale e dal tratteggio epico "The Whim of Rha", apre il disco sulle tastiere di Alexandros e con AEretica che inizialmente mostra la propria parte più melodica prima di lanciarsi in uno screaming selvaggio che non ha nulla da temere nei confronti di quello di un "malvagio" Dani. Si tratta anche della canzone più lunga del disco, di poco superiore ai 10 minuti, dove gli Amethista si distendono riuscendo a dare vita a passaggi evocativi e maligni, pure se con brevi puntate a sonorità maggiormente in linea con i Nightwish.
Dovendo comunque paragonare gli Amethista a qualche gruppo conosciuto, i riferimenti più azzeccati sono tuttavia quelli con i Cradle Of Filth ed i Dimmu Borgir, come conferma "Invisible Queen", soprattutto nella sua prima parte, dato che nel finale concede maggiori spazi all'aspetto melodico/malinconico. Rimane poi alta la tensione con la compatta "The Vice", canzone ispirata alle opere di De Sade, mentre "The Beast Within..." si mantiene più leggera, quasi impalpabile, scivolando via tra i Theatre of Tragedy e gli Epica, prima di fondersi in una "My Moment Is Eternity", dove l'evocativa interpretazione di AEretica viene accompagnata dalle tastiere. Una parentesi melodica che viene però brutalmente chiusa dall'accoppiata finale: l'orrorifica e tenebrosa "Souls Vibrations" e la più veloce e violenta "Lights in the Abyss", due brani che mettono, e nel migliore dei modi, il sigillo conclusivo al disco.
Avevano lasciato un'ottima impressione già in occasione del loro primo concerto (al Barrumba di Torino prima degli Ancient), sensazione che ora ribadiscono con il disco di debutto.
Eccellente anche la produzione di “Realitale", che è stato ottimamente registrato e masterizzato ai Music Lab di Torino.
Una scommessa vincente.
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