Finalmente disponibile anche in Europa il terzo lavoro dei grandissimi Last Autumn’s Dream, la band creata dall’ex chitarrista dei Fair Warning Andy Malecek e dal talentuoso singer Mikael Erlandsson. “Winter in Paradise” era fuori in Giappone già da alcuni mesi, e ora, grazie all’interessamento della Escape, che subentra alla Frontiers nella gestione di questa band, possiamo ascoltarlo anche da noi.
Fa innanzitutto piacere notare che Jamie Borger e Marcel Jacob dei Talisman, che avevano già suonato sul disco precedente, siano ancora della partita: questa è veramente una band di stelle!
Rispetto a “II” è impossibile non notare un indurimento dei suoni: già l’opener “Love to go” è una mazzata (ovviamente per i canoni del melodic rock!), col suo incedere incalzante e il suo ritornello da infarto, ma in generale gli episodi movimentati e catchy sono molto numerosi, a cominciare dalle riuscitissime “Don’t let our love go down”, “My heart keeps stalling” o la scontata “All I want is rock n’ roll”. La voce di Erlandsson è sempre superlativa e in generale il lavoro di tutti e quattro è perfetto, rendendo questo “Winter in Paradise” un altro piccolo gioiello del rock melodico. L’unica concessione alla modernità si può ritrovare nell’uso delle tastiere (a proposito, chi le suona? Nei credits non c’è traccia di ciò…), che si prendono qualche libertà di sperimentare con gli effetti, suonando molto meno classic del solito. Colpisce anche “Echoes from the past”, un pezzo totalmente al di fuori degli standard dei LAD, che sembra uscito invece dai lavori dei primissimi Queen, per quel suo modo di giocare tra pianoforte e intrecci vocali…
Le ballate, vero punto di forza di questa band, un po’ sotto tono nel disco precedente, ricompaiono qui alla grande: “The way you smile” e soprattutto “If you’re the one”, sono tracce fantastiche, che ci restituiscono i Last Autumn’s Dream ai massimi livelli. Bella anche la title track, energica e potente, dotata di un refrain davvero memorabile, seppure abbastanza scontato.
In conclusione, possiamo ancora una volta rallegrarci per una band che, partita come semplice side project, sta ora affermandosi una delle più belle realtà dell’Aor europeo. Forse, rispetto al folgorante esordio, la qualità media dei brani si è leggermente abbassata, ma questo non toglie molto ad un lavoro che ha tutte le carte in regola per essere apprezzato… nell’attesa che anche i Fair Warning tornano fra noi…
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