Dopo il buonissimo primo album ' Bitterness the star' il secondo lavoro dei
36 Crazyfists 'a snow capped romance' mi aveva lasciato l'amaro in bocca, un pò come se le promesse mantenute nel primo lavoro fossero poi state disarcionate a causa di una mancata ispirazione, scemata song dopo song. Nel 2006 i 36C si ripresentano al pubblico con questo nuovo 'rest inside the flames' e partono subito veloce con la song I'll Go Until My Heart Stops, singolo apripista dinamico che nulla aggiunge e nulla toglie alla storia della band, la voce inconfondibile di Brock si altalena come il suo solito tra assalti aggressivi a passaggi melodico-lamentosi che sono il vero trademark della band proveniente dall'Alaska, le direttive musicali sono sempre ben salde nel metal core personale dei quattro musicisti, colpisce al punto giusto il secondo brano 'felt through a phone line' con i suoi saliscendi azzeccati e pian piano si capisce che aver suonato sui palchi di tutta Europa ha fruttato molta esperienza ai ragazzi, l'aggressività espressa in sede live si sente anche su disco questa volta e le canzoni sono corpose nei punti giusti quel tanto che basta da attrarre sempre l'attenzione dell'ascoltatore, perfetta sotto questo punto di vista la song 'on any given night'. Non è un caso forse che la canzone 'elysium' su cui compare Howard Jones alla voce sembri proprio un brano dei suoi Killswitch Engage (grandiosi!!!), le due band infatti hanno suonato parecchio insieme in tour durante il 2004. Trascinante la melodia di 'midnight swim' canzone in cui gli angoli retti vengono smussati e nonostante si tratti di un brano veloce e fatto di riff secchi risulta molto easy listening. I brani successivi scorrono attraverso le orecchie lasciando la sensazione che un passo in avanti è stato fatto da una band che si ritrova addosso molte aspettative sia dalla label che dai propri fans che sono cresciuti in numero esponente mano a mano che i tour e i km venivano macinati a suon di riff metal. Da segnalare la presenza del cantante dei Only Living Witness sul brano 'we cannot deny', band ispiratrice per i 36C degli esordi e la canzone acustica 'the city below' posta in chiusura di disco, la quale forse poteva risultare migliore se supportata da keyboards. Per tutti i fans del genere.
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