Dagli abissi del Mar dei Sargassi (Il precedente "Emocean") alle vette dei monti asiatici: ne ha fatta di strada il cantante-produttore tedesco Hubi Meisel (Dreamscape), che stavolta ha preso l'ispirazione da libri e discorsi sulla non violenza del Dalai Lama per il viaggio fisico-spirituale di un europeo arrivato in Tibet e guidato dalla voce del defunto tredicesimo Dalai Lama verso le pendici dell'Hymalaia per trovare un amuleto forgiato dal suo successore capace di porre fine al conflitto tra Cina e Tibet. Il viaggio è ricco di incontri e visioni mistiche: lo Snow Lion (animale sacro nel buddismo), la purificazione sul monte Kailash (adorato da 4 religioni), lo Yogi Milarepa, il dio della danza Shiva, e si concluderà con un messaggio universale di pace e fratellanza in un clima mistico-ascetico-trascendentale molto ben espresso musicalmente da Meisel con una sorta di new age prog metal mescolando Dream Theater, i Symphony X di "V", Vanden Plas, Pink Floyd, il Peter Gabriel di "San Jacinto", le tastiere di Kitaro, campane tibetane, flauti di pan e orchestrazioni varie. Pur non raggiungendo mai tonalità potenti ed aggressive, il cantato di Meisel è stupendo nella sua calma e limpidezza (un incrocio tra i Pet Shop Boys e Geddy Lee) e si avvale dell'apporto di Vivien Lalu (che ha collaborato con Hubi al progetto e fornisce un incessante tappeto sonoro di tastiere), Marcel Coenen (Sun Caged), Jorge Salan (Mago de Oz) e i 2/3 dei Mind's Eye, una squadra compatta che non eccede mai in virtuosismi fuori luogo e si adatta sempre alle esigenze atmosferiche di un concept che evita sia la noiosa trappola degli interludi parlati che la pretenziosa complessità strutturale ed il ripetersi di situazioni musicali (malgrado i brani siano molto diversi tra loro,la trama del concept è come un collante che ne rende quasi impossibile l'ascolto singolo). Rilassatevi (ma non troppo) e lasciatevi guidare da Meisel e dai suoi messaggi positivi di pace e libertà, al resto ci penseranno le atmosfere avvolgenti e sferzanti di un disco privo di momenti di noia correlato da un booklet illustrato che include tutta la storia del concept e due bonus tracks che possono considerarsi delle outtakes tra cui segnalo la stupenda "The gentleman of great magic" ("Lama, teach me ecstasy, send me your healing touch, I'm suffering from countless wounds, I prayed for many years isolated in my cage").
Una delle migliori uscite di questo primo scorcio del 2006, imperdibile per tutti i fans del prog metal ricercato e personale, nonché per chi ha amato i lavori di Neal Morse solista.
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