Quello che non voglio fare è trasformare questa recensione in un caloroso ricordo di Valfar e dei suoi Windir, uno dei gruppi che hanno maggiormente segnato la mia vita. Ma non posso neanche fare finta di niente, e dimenticare che i Vreid sono nati proprio dalle ceneri di quell'esperienza, conclusasi tragicamente con la morte di Terje Bakken nel gennaio del 2003. Meno di un mese prima avevamo parlato, in una lunga intervista che potete trovare nella sezione dedicata al passato, del nuovo contratto discografico e dei progetti intrapresi con una band finalmente al completo, dopo anni passati a comporre e suonare tutto da solo. Poi la tempesta di neve e i mesi passati dai compagni a combattere contro il dolore per decidere cosa fare dei Windir, fino alla decisione di consegnare questo nome alla storia continuando il discorso con una nuova formazione, i Vreid appunto. Ho lasciato perdere per disinteresse il loro primo album, e mi trovo ora a giudicare "Pitch Black Brigade" senza avere nessun precedente elemento di confronto. Non ci troviamo più davanti al vecchio viking metal, ma a quel black'n'roll che va tanto di moda ultimamente e che contiene qualche omaggio anche ai Carpathian Forest, indicussi padri fondatori del genere (sentire il break centrale di "Left For Hate" per credere). In realtà la direzione dei Vreid non è ancora chiarissima, visto che la musica contenuta nel cd è spesso altalenante tra il black metal più tradizionale in stile squisitamente norvegese, parti epiche e melodiche con richiami ai Windir (la lunga e commovente Hengebjorki, su cui canta anche il fratello di Terje, Vegard Bakken, e che ha tutto il sapore di un addio), e pezzi alla Motorhead con la componente rock/punk nettamente in primo piano a sovrastare con l'impatto coinvolgente dei riff l'aggressività dell'anima black. Il tutto con un livello realizzativo di altissima qualità che risulta evidente anche nell'ottima produzione: sporca e potente, senza mai rinunciare a dare il giusto peso a tutti gli strumenti. C'è ancora qualche aspetto da sistemare dal punto di vista compositivo, che guadagna notevolmente quando a partecipare al processo è anche il chitarrista Ese, in grado di dare a "Our Battle" la carica giusta per trascinare la testa dell'ascoltatore. Sono praticamente sicuro che il successore di "Pitch Black Brigade" sarà in grado di fare veramente il botto!
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