Noto al pubblico metal perlopiù come compositore delle colonne sonore di alcuni dei film più belli del re del gore
Lucio Fulci,
Fabio Frizzi in realtà ha consacrato la propria vita alla musica ed ha composto musiche di ogni tipo: non stupisce più di tanto trovarlo anche in questa veste ne
"I notturni di Yuggoth", un disco che già dal titolo vuole coniugare l'intimità e la dolcezza della forma musicale tipica del notturno, reso celebre da artisti come Chopin, con l'immaginario orrorifico di un altro personaggio molto noto tra gli amanti del metal, ovvero H.P. Lovecraft. "I notturni di Yuggoth" si compone di otto brevi brani di sola chitarra acustica qui suonata magistralmente da
Riccardo Rocchi e su cui
Andrew Leman legge alcuni passaggi estratti dalle opere del genio di Providence: sebbene il connubio che l'opera propone all'ascoltatore possa sembrare inconciliabile, in realtà la combinazione funziona molto bene. Il merito è certamente da ricercarsi nel gusto chitarristico di Fabio Frizzi, in questa occasione abile a proporre arpeggi e trame chitarristiche in generale molto soffuse ed intime, salvo poi proporre dei frangenti in cui il pathos cresce e lascia spazio a momenti più sinistri, come ben esemplificato da pezzi come "Night-Gaunts" (probabilmente il brano meglio riuscito del disco), "Nyarlathotep" o "Azathoth" in cui si riconosce chiaramente il trademark di Frizzi che ha reso immortali le colonne sonore di film come "E tu vivrai nel terrore - L'aldilà". Ottimo anche il contributo di Andrew Leman che con la sua interpretazione vocale si dimostra capace di rendere il senso di tensione dei brani che legge e che bene si amalgama alla parte strumentale dei "I notturni di Yuggoth". La seconda parte del disco ripropone invece i medesimi brani in versione strumentale, in cui ci si può concentrare esclusivamente sull'esecuzione perfetta di Rocchi.
Per quanto questa uscita non abbia nulla a che vedere con il mondo del metal, è difficile rimanere impassibili dinnanzi ad un'opera del genere in cui due maestri dell'horror mescolano le proprie arti per creare un disco davvero intenso.
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