Un CD che ho trovato subito affascinante, a partire dal cantato in italiano abbinato ad atmosfere e sonorità che distinguono nettamente gli
Juglans Regia dall'attuale scenario metal nazionale ed internazionale. Ho usato il termine "metal", ma credo che sia limitativo per questo gruppo toscano che riesce ad unire alcune reminiscenze della NWOBHM (con la quale mossero i loro primi passi) ad un hard rock progressivo che sembra prendere il predominio sulla maggior parte dei 5 brani inclusi su "
Prisma". L'essere in attività da più di dieci anni, (ed infatti hanno inciso il loro primo demo "The Last Gate", anche se come Raising Fear, già nel 1993) e l'aver realizzato poi altri 4 demotapes prima di questo "
Prisma", ha sicuramente contribuito a fare degli
Juglans Regia un gruppo collaudato, con una propria identità e con le idee ben chiare. Meno semplice risulta descrivere la musica proposta dal gruppo, i cinque brani mostrano una notevole cura negli arrangiamenti, aspetto evidenziato dall'ottima produzione, ed un gran lavoro di
Antonello Collini, chitarrista che su "
Crepe" offre una prestazione sopra le righe. Ho citato volutamente questo brano, che a mio parere è il migliore del CD (seguito a ruota dalla conclusiva ed atmosferica "
L'Ombra"). "
Crepe" è anche la canzone più metal, e si apre su chitarre taglienti e "moderniste" sottolineate dalle tastiere di
Lapo Martini, un pezzo che si snoda un po' alla maniera degli ultimi Angel Dust, anzi come se il gruppo tedesco si fosse fatto un'overdose di Dream Theater. Come affermato in apertura mi ha colpito (ma mi è anche piaciuto non poco!) il modo di cantare di
Alessandro Parigi, che sopratutto sui primi due brani mi ha fatto ripensare alla scena rock italiana attiva a metà degli anni '80, a gruppi come ad esempio i Diaframma, se non ricordo male anche loro concittadini. Forse il paragone è accentuato dai miei vaghi ricordi del periodo (beh, allora "vivevo" per i Maiden hehe), oppure dall'evidente difficoltà di "inquadrare" stilisticamente gli
Juglans Regia. Ad ogni modo, se questo potrebbe essere un problema per una scena (ed un mercato) ormai orientato alla ricerca di realizzazioni standardizzate, per me è invece un grande pregio.
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