Confesso che non avevo mai sentito ne sentito parlare degli
Eleine finché Graz mi ha girato "
All Shall Burn", il loro nuovo ep dal titolo così tanto rassicurante.
Vado sempre con i piedi di piombo quando si tratta di un gruppo che ascolto per la prima volta.
"
Enemies" attacca con un muro di suono distorto e le chitarre che subito dopo incalzano sul ritmo della batteria, un suono greve dal sapore tribale. Quando la voce di
Madeleine Liljestam irrompe sulla musica arriva quell'apertura verso toni più alti che danno respiro al pezzo. Così passano i primi cinque minuti e mezzo molto soddisfacenti, e siamo solo ad un inizio molto promettente.
Quando parte la title track dell'ep entrano sonorità più epiche grazie all'orchestrazione che accompagna l'apertura del brano e il ritornello molto orecchiabile, tanto che già dopo un paio di ascolti stai là a canticchiarlo come se lo sentissi da chissà quanto tempo.
Ma la vera perla di questa piccola raccolta di cinque brani è la versione orchestrata di "
Hell Moon (We shall never Die)" dove mettendo da parte tutta la strumentazione metal rimane una potente sinfonia composta soprattutto da archi, fiati e qualche percussione, una musica di ampio respiro e di stampo marcatamente cinematografico, che in alcuni momenti ammicca a certe sonorità mediorientali che non stonano affatto, e anzi le danno quella fascinazione in più, come se già non bastasse la voce di Madeleine che qui raggiunge delle estensioni notevoli.
E visto che le versioni orchestrate ci piacciono tanto, per gli amanti di queste varianti c'è anche quella di "All Shall Burn", sostanzialmente identica alla traccia standard se non fosse per la mancanza di chitarre, basso, batteria, pendolame, chiodi e martello.
Fin qui è tutto molto bello, peccato che proprio a metà raccolta ci sta la cover di "
Mein Herz Brennt". Non che sia contrario alle cover sia chiaro, ma proporre un pezzo praticamente identico all'originale che non riuscirà mai a regge il confronto con la versione di
Lindemann e soci non vedo che senso abbia, e risulta quindi senza alcun peso specifico, una sorta di neo o piuttosto una macchia bianca considerato tutto sommato il tono non certo splendente e luminoso di questa raccolta.
Sostanzialmente bello questo ep, ma forse si mastica e digerisce troppo velocemente e nell'arco di un'ora già l'hai ascoltato tre volte. Se poi si skippa "
Mein Herz Brennt" le riproduzioni salgono anche a quattro nell'arco di sessanta minuti. Aspettiamo il prossimo album degli Eleine per vedere se quel che c’è di buono qui riusciranno a riportarlo anche su una raccolta più lunga.
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