Nati dieci anni fa, i norvegesi
Nattverd riescono ad esordire solo nel 2017 con il loro primo album, "Vi Vet Gud Er En Løgner", che veniva pubblicato dalla volenterosa Darker than Black Records.
A tre anni di distanza da quel disco, dopo aver firmato un contratto con la
Osmose, etichetta "leggendaria" in ambito estremo, il gruppo di Bergen torna sulle scene con il nuovo
"Styggdom", un album che inaugura il mese di gennaio con un "classico" Black Metal di scuola norvegese che piacerà sia ai nostalgici del genere, sia a chi non disdegna qualche elemento più in linea con i tempi.
I
Nattverd ci offrono, dunque, otto brani, per quasi un'ora di musica, all'insegna della nera fiamma e della intransigenza sonora riuscendo a mescolare atmosfere gelide, velocità, mid tempos blasfemi, partiture quasi black'n'roll ed una serie di soluzioni melodiche (termine da prendere con le pinze) che strizzano l'occhio alle derive più ortodosse del genere (molte vocals sono indicative in questo senso), riuscendo, per tanto, a rendere
"Styggdom" vario, complesso e certamente non semplice da ascoltare per via delle diverse stratificazioni sonore che ne costituiscono l'ossatura.
L'alone malvagio, vagamente depresso, che permea tutto l'album è, senza dubbio, il suo punto di forza (a titolo di esempio ascoltate la conclusiva, splendida, "
Guds Djevelske Nærvær"), così come la sua monolitica pesantezza l'elemento che, più di ogni altro, lo rende duro da digerire sebbene i
Nattverd mettano in mostra una intelligente capacità di non fermarsi a soluzioni banali o trite e ritrite ("
Heksebrann").
Tutto ciò non vuol dire che
"Styggdom" sia un lavoro rivoluzionario, tutt'altro, chi ama il genere qui si sentirà a casa, ma è indubbio che il misticismo di alcune atmosfere così come il saper ricorrere ad influenze estranee al mondo del Black Metal, sono elementi distintivi di un album certamente valido e, come ricordato più in alto, in grado di soddisfare palati anche diversi.
I
Nattverd, in sostanza, confermano come i gruppi di Bergen abbiano il metallo nero nelle loro vene e come il genere, a tanti anni di distanza dai suoi primi vagiti, abbia ancora qualcosa da dire se plasmato nella giusta maniera e con la dovuta dose di malignità.
Esattamente com fanno i
Nattverd.
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