A 35 anni dal debut album, i Pretty Maids sono ancora una dannata garanzia, una vera e propria sicurezza.
I danesi, capitanati dal purosangue Ronnie Atkins, tornano con il loro sedicesimo album, a distanza di tre anni dal buonissimo Kingmaker, mantenendosi sulle stesse coordinate, con il loro bel mix tra heavy metal e rock melodico che ha segnato la loro carriera.
Sono passati nove anni dal disco della rinascita, il fantastico Pandemonium, ma anche in questo disco, in cui la band sembra procedere col pilota automatico, vi è un connubio perfetto tra l'ugola d'oro a volte dolce ed altre aggressiva di Atkins, e l'ottima vena melodica che pervade ogni singolo brano.
Si inizia con un terzetto di canzoni da brividi, Serpentine, Firesoul Fly e Undress Your Madness, che catturano l'ascoltatore subito, ma che anche dopo numerosi ascolti non annoiano, suonando sempre potenti, fresche e melodiche.
Si rallentano un po' i toni con il secondo singolo estratto, Will You Still Kiss Me (If I See You in Heaven), un pezzo molto romantico e strappa lacrime, pur rimanendo lontano dall'essere una ballad.
Nella seconda parte della tracklist troviamo spazio per pezzi un po' più duri, ma sempre dotati di ritornelli freschissimi, come in If You Want Peace (Prepare For War), impreziosita dalla prestazione sensazionale del biondo cantante danese.
I Pretty Maids si dimostrano inoltre sempre dei maestri nello scrivere ballad, con la meravigliosa Strenght of a Rose, che chiude 45 minuti di piacevolissimo ascolto.
In definitiva ci troviamo di fronte all'ennesimo ottimo album di questa band di veterani e non possiamo che augurarci che la band riesca a continuare su questi altissimi standard ancora per molti anni.
Di band e di album del genere ne avremo sempre bisogno e non ci stancheremo mai; proprio per questo mandiamo i più grandi auguri di pronta guarigione a Ronnie Atkins, che sta lottando contro un tumore ai polmoni. Non vediamo l'ora di ascoltare il prossimo disco.