Vengono da Jølster, un comune norvegese della contea di Sogn og Fjordane, una terra cara agli amanti del metal per aver dato i natali ai grandi Windir e -sebbene siano nati nel 2005- "Blykrone" è solamente il secondo disco della loro storia.
Parliamo dei Nifrost, una band che non ha avuto certo fretta di bruciare le tappe avendo pubblicato il proprio debut album "Motvind" dopo 11 anni dalla propria nascita.
D'altra parte quando la musica che scegli per esprimere il tuo essere è il folk black metal, l'approvazione a tutti i costi od il successo mainstream non è sicuramente in cima ai tuoi pensieri.

Se "Motvind" era un album interessante ma ampiamente derivativo, avendo una palese connessione con i classici degli anni '90 del genere, con "Blykrone" i Nifrost cercano di fare un passo avanti per cercare un suono più personale e moderno.
Intendiamoci: nelle dieci tracce del disco, cantate in norvegese come da loro abitudine, si avvertono comunque influenze di band quali Cnoc An Tursa, Moonsorrow ed Ereb Altor ma Kjetil Andreas Nydal e sodali si fanno apprezzare per la coerenza e la fluidità con cui scorrono i 42 minuti di running time.
I brani non hanno velocità estrema o particolari virtuosismi ed è paradossalmente un pregio perchè permette di apprezzare riff densi ma accessibili, parti vocali ora aspre ora corali ed evocative: a lungo andare il disco risuona in profondità sino ad intrecciarsi saldamente nella memoria.
Interessante in particolare il trittico "Blykrone" - "Slaatten" - "Varden" nei quali la componente black si fa più serrata e marcata, ma è tutto il lavoro a risultare comunque convincente.

Non so dire se il cammino intrapreso dai Nifrost alla fine sarà coronato da successo e la band riuscirà a forgiare un proprio tratto distintivo, quello che posso affermare con certezza è che finora i passi sono quelli corretti.

Nifrost - "Blykrone" (full album)