Non vi siete mai chiesti cosa possa passare per la mente di un chitarrista turnista di una qualsiasi band black metal? Ad esempio Obsidian C., reclutato esclusivamente per suonare live insieme ai Satyricon... quanto forte dev'essere la sua voglia di avere una band personale con cui unire alla perizia tecnica già dimostrata dal vivo sui pezzi altrui le proprie capacità nel songwriting?! Evidentemente enorme, se dopo aver perso i super-componenti del precedente EP - stiamo parlando di Frost degli stessi Satyricon e di un certo Attila Csihar dietro al microfono - è stato comunque in grado di trovare dei 'rimpiazzi' di assoluto livello con cui portare avanti la propria proposta. Vyl e Thebon non saranno nomi conosciuti, ma sono in grado di eseguire il loro compitino con risultati onesti, e anzi mi voglio sbilanciare: ottimi. Merito di un drumming potentissimo ma che non si perde mai nel caos, e che è in grado di interpretare degnamente anche le parti più cadenzate. Lode anche alle vocals, varie e ben congegnate, grazie ad alcuni accorgimenti che certamente non faranno rimpiangere le prestazioni malsane di Attila. Ma come in ogni progetto solista che si rispetti, spetta a Obsidian C. fare la parte del leone, grazie a un apparato chitarristico di notevole spessore. I suoi riff sono sempre sbattuti in primo piano, sia che si tratti di furiose accelerazioni o di lente parti arpeggiate, e la cura nella realizzazione delle melodie che compongono "Armada" è evidente. Per confermare il concept trasmesso anche dall'artwork sarebbe stato necessario un adeguato carico di epicità, ed è proprio in questo aspetto che i suoi Keep Of Kalessin eccellono. E' presente una tensione di fondo che riporta alla mente immagini di eserciti schierati l'uno di fronte all'altro, in attesa di un cenno per dare vita alla battaglia, come ci siamo abituati a vedere nei grandi kolossal del cinema. "Armada" è un colosso musicale, grazie anche a una produzione potente e precisa che ne valorizza le molte sfumature. La rivincita del turnista?