Avevo trovato "The Weight of the World" un album piacevole, ma non indimenticabile; e così da questo "A Light in the Dark" non mi aspettavo tantissimo, anche se dopo averli visti dal vivo in quel di Echingen lo scorso anno ero rimasto impressionato dalla performance vocale di Ronny Munroe. E invece, "A Light in the Dark" si è rivelato un ottima sorpresa, pur avendoci messo un po' di ascolti per assimilarlo davvero.
I Metal Church del 2006 sono un po' più spuntati rispetto a quel grande gruppo degli '80, e David Wayne ci manca ancor di più, ma nonostante tutto il buon Kurdt è riuscito a costruire un album davvero eccellente. Questo ottavo full-length della band di Seattle ha tutte le carte in regola per soddisfare gli amanti delle sonorità più retrò, ma ciò nonostante risulta estremamente fresco e personale. Vario, melodico, roccioso. Le chitarre negli anni hanno perso un po' di gain, e non sono quel massiccio muro che rendeva incredibile "The Dark" o lo splendido omonimo; ma l'età passa per tutti e il sound odierno (arricchito da una produzione squisita) si adatta perfettamente alla veste attuale dei Metal Church, che hanno saputo continuare pur senza scivolare in revival nostalgici. Pezzi come la title-track, impossibile da non cantare a squarciagola mentre si è in coda in Tangenziale, o la stupenda "Disappear" (con la sua sua toccante intro), o ancora la grintosa "Mirror of Lies"... Che classe. Davvero superlativa. A chiusura di un disco già di per sè eccellente, ecco arrivare l'omaggio sentito e immancabile a David Wayne, che ci ha lasciato il 10 maggio del 2005: a ricordarlo, una nuova versione, pressochè identica all'originale del 1986, di "Watch the Children Pray".
C'è poco altro da aggiungere per recensire un album del genere; non posso che togliermi il cappello e consigliarvelo caldamente.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?