Questa formazione finlandese è uno dei più recenti “fenomeni” rock sfornati dall’inesauribile fucina scandinava. Si sono messi in luce grazie ad uno stile anacronistico, spensierato, ultra-energico ed orecchiabile, ed in questo ricordano un po’i Baby Woodrose ma senza alcuna componente psichedelica. I The Flaming Sideburns propongono infatti un condensato dei vecchi temi di Stooges, Mc5 e Rolling Stones, con l’aggiunta di una spolverata ancora più antica a base di Sonics o Renegades, il tutto ovviamente condito in una salsa moderna che si adatti alla gioventù contemporanea.
Se i nordici avranno un successo duraturo o se saranno invece una delle tante meteore di questi tempi usa-e-getta, potremo magari intuirlo dopo l’uscita del loro terzo album prevista per l’autunno di quest’anno.
Intanto il gruppo sfrutta il momento favorevole pubblicando un’antologia dedicata soprattutto ai propri fans. Si tratta di una raccolta di vecchi brani inediti, qualche rarità che faceva parte di singoli ormai introvabili, ed anche un paio di pezzi nuovi che anticipano il lavoro ufficiale.
Una raffica di canzoni garage-rock e beat-pop strappate dall’oblìo di un periodo che và dal ’65 al ’75, reinterpretate dagli scandinavi soffiando via la polvere del tempo. Troviamo cover dei Troggs (“Evil woman”), dei Sonics (“High time”), dei The Renegades (“13 woman”), perfino dei Grand Funk (“Are you ready”) e così via, com’è consuetudine della band.
Le novità sono i due brani iniziali, per la verità stilisticamente identiche a tutto il resto.
In sintesi un disco leggero e disimpegnato che si ascolta senza alcuna fatica, ma composto da materiale per completisti. A meno di essere seguaci dei The Flaming Sideburns o innamorati di un rock molto sixtiees, questo titolo risulta ben poco interessante.
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