Secondo lavoro per la coriacea Jutta Weinhold, cantante degli Zed Yago e dei loro "eredi" Velvet Viper (due bands in attività dalla seconda metà degli anni '80). Tuttavia questo "Below The Line" non riesce a rievocare le sensazioni dei tempi andati. Non ce la fanno le canzoni, che non si staccano dall'anonimato e da una monotonia imperante, e non aiuta una performance "di routine" dei musicisti che accompagnano la cantante tedesca, tra l'altro la sezione ritmica è quella dei Metalium (il bassista Lars Ratz, anche produttore del disco, in passato aveva già suonato al fianco della Weinhold nei Velvet Viper) e la cosa si sente...
Da parte sua la stessa Weinhold non riesce a lasciare il segno, rendendosi autrice di una prova ben poco ispirata e coinvolgente.
Risultano in grado di offrire qualcosa in più le sole "Storyteller" (opener dal passo epico e scandito) e la cadenzata "Fire No Water" che riesce a creare un minimo pathos, mentre la cattiva e malvagia "Memories Reminder" partirebbe pure benino ma poi si perde fin troppo presto.
Per il resto troviamo davvero ben poco da salvare, troppe cose che invece attentano alla decenza, come ad esempio il pastrocchio che emerge da due canzoni lente e (nelle intenzioni...) evocative, quali "Eternity" e "Spirit of Fear".
Dopo gli album di Saeko, la Armageddon Music ribadisce la sua poca fortuna (ed oculatezza...) di fronte a cantanti del gentil sesso.
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