Questa volta non ci siamo proprio. Il debutto da solista dell’ex cantante dei Local Rabbit Peter Elkas poteva anche costituire una sorpresa gradita, considerate le sue notevoli capacità vocali, ma l’idea di trovarsi di fronte ad un bel lavoro di rock puro e semplice, con tutto il fascino del cantautore che il canadese avrebbe potuto donare alle canzoni, è svanita rapidamente dopo un paio di pezzi. Già, sono proprio i pezzi a costituire il problema principale: Elkas è bravo e ce la mette anche tutta, ma quando si ha a che fare con composizione piatte e banali come quelle di “Party of one” c’è francamente ben poco da fare. L’unica fortuna di questo disco è che la sua risibile durata ha fatto sì che non mi addormentassi a metà, ma anche così è stata dura, ve lo garantisco!
Non fatevi tentare dal nome in copertina (copertina che è anche tra le più brutte che siano uscite nell’ultimo anno) e dal genere proposto, correte altrove e salvate la vostra anima (oltre che i vostri soldi!)…
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