Quando
il Graz mi affidò "
Emblas Saga", il nome "
Brothers of Metal" gironzolava già nei vicoli e nelle stradine di Metallolandia; questo giovane nugolo di svedesi, poco più di un anno fa, aveva dato alle stampe un
più che piacevole debut album, e l'atmosfera era già ben chiara sin dal monicker: come fai a non intenerirti, a non sorridere, a non dare un'affilatina all'ascia che tieni sempre sotto il letto, quando senti parlare di Fratelli del Metallo?
Sarò sincero: ho accolto questo nuovo album con quel mezzo sorriso sornione di chi già si aspetta i Manowar (nella loro accezione più ridicola) del secondo Decennio, ed invece.... questo disco è una bomba.
Produzione moderna, tre chitarre, tre voci a dividersi i vari registri, e miracolosamente TUTTE E TRE di ottima levatura, ma soprattutto
IDEE, idee cari lettori del Portale Glorioso! Idee, che poi puoi essere
Malmsteen o gli
Iron Maiden (due nomi a caso) e ti vengono fuori dei dischi di merda, per dire... Idee, si diceva, fortemente legate alla tradizione norrena ed alla mitologia che tanti di noi ha fatto sognare: gli svedesi qui presenti conoscono bene il materiale che trattano, e sanno dargli davvero mille sfumature diverse. Meriterebbe un track-by-track, ma sono vecchio e ho la badante che mi aspetta per portarmi al beccaccino della domenica. Devo comunque citarvi una opener che setta il mood per l'intero disco, "
Powersnake" che è un inno alla potenza, un mid-tempo roccioso e costruito ad arte; "
Hel", uno dei pezzi più TRVE e belli dell'intero album; la moderna e veloce "
Chain Breaker"; un lento me-ra-vi-glio-so come "
Weaver of Fate", in cui la voce di
Ylva svetta e si lascia assaporare in tutto il suo splendore, una sorta di Floor Jansen un filo più sottile come pasta, ma con la stessa scorta di "palle" ed estensione. E poi giù giù fino a "
Njord", primo singolo e vero inno, la lunga e folkeggiante title track, e un brano IMPRESCINDIBILE sin dal titolo come "
Brothers Unite", peraltro condito, come tanti, da splendidi solos di chitarra, molto moderni, à la Michael Romeo, per capirci. Ma non potrei non citarvi le ultime due tracce, piccole gemme di metallo fumante, tanto quanto la potentissima "
Theft of the Hammer".... Insomma, alla fine il track-by-track l'ho quasi fatto, e adesso chi la sente Ludmilla, che mi deve pure cambiare il catetere...
Non sono più molto facile ad entusiasmarmi per un album metal; sarà l'età, sarà che ne ho sentito tanto, ma davvero tanto: ma fatevi un favore, ascoltate ed acquistate questa bombetta di disco: i
Brothers of Metal sono decisamente dei nostri.