Nuovo Ep per la combo Symphonic Power Metal varesina, con influenze Gothic, rilasciato il 12 dicembre, un anno dopo
Metamorphosis, disco celebrativo il primo decennio di attività che ha visto i nostri produrre tre album e girare l’Europa e l’Asia come supporter di alcuni nomi di un certo rilievo (
Timo Kotipelto and Jani Liimatainen acoustic duo, Temperance, Therion ecc).
Composto da solo quattro tracce, una registrata in studio e le altre tre live (comunque registrate con suoni puliti e ben bilanciati, tanto da risultare gradevolissime all’ascolto), il nuovo lavoro degli
Eternal Silence si presenta in maniera assai apprezzabile e sorprende per l’originalità e l’audacia messa in musica da questi ragazzi.
La titletrack,
Renegades, parte con una intro ipnotica per poi travolgere l’ascoltare con un interessante riff di Krisk (
Enzo Crisciulo), che apre la strada alla brava
Marika Vanni, singer dotata di tecnica e potenza. Orecchiabile il ritornello, molto cantabile, seguito da una parte di archi che si ripete col protrarsi del brano intersecandosi in maniera pressoché perfetta con il resto del brano. Degne di nota anche le back vocale del chitarrista
Alberto Cassina. Molto attuale il testo, che prova ad affrontare l’annoso e attualissimo tema dell’intolleranza tra gli esseri umani. Tutti elementi che, messi assieme, rendono il pezzo epic.
Il secondo brano,
Fighter, ha un sound meno potente, più soft, ma che comunque rimane nello stile degli Eternal Silence. Molto interessanti gli intrecci vocali tra i due vocalist.
Tempesta (registrata live come la precedente e la successiva) parte anch’essa con una intro mesmerizzante, per poi lasciare spazio ad un suond più moderno e originale rispetto al tipico songwriting caratterizzante il symphonic metal, ma non per questo inficiante la qualità del brano. Bello il solo di Krisk, davvero ispirato.
Chiude l’EP
Lucifer’s Lair. Anche qui i varesini danno il loro contributo personale al genere, discostandosi un po’ dalle abitudini, presentando un pezzo dall’atmosfera “più solare”, con sonorità che si richiamano ai suoni dell’estremo oriente: sembra quasi una sigla di un cartoon giapponese, bella da ascoltare e suonata con professionalità.
Tirando le somme, un Ep ben suonato, con soluzioni originali e che mostra come, in più di dieci anni di attività, i nostri sono riusciti a sviluppare uno stile personale e un modo di affrontare il loro genere in maniera originale senza stravolgerne il senso ultimo di fondo.
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?