27/08/06
E' proprio vero che il secondo album è sempre più difficile, specialmente se vieni da Los Angeles ed hai il nome Terrorizer e specialmente se la tua ultima ed unica uscita discografica, che risale a ben 17 anni fa e che fu subito stroncata dalla critica all'inizio, è poi diventata per i posteri una grande fonte di ispirazione Grindcore, nonchè uno degli album fondamentali di tutta la scena estrema, una di quelle pietre miliari che tutti hanno adorato, come al solito con la produzione in quei Morrisound studios di Tampa che mai mi dimenticherò di citare in recensioni simili.
Con il seminale "World Downfall", i Terrorizer, capitanati da uno dei migliori batteristi sulla piazza, si sono assicurati di fatto la fiducia di tutto il pubblico mondiale, caricandosi sulle spalle il peso di dover dare alla luce un secondo album ancora molto innovativo dal lato compositivo.
Abbandonata la Earache tutto questo purtroppo non è avvenuto, con un Pete Sandoval davvero poco ispirato (capiamo le conseguenze di tutti questi anni di distanza...) e meno virtuoso che nel precedente episodio, con il solito Jesse Pintado alla chitarra, buone comunque le parti death-hardcore, e l'introduzione dei nuovi Tony Norman, che fece arricciare il mio bel nasone anche all'ingresso con i Monstrosity nel 1997, qua con l'arduo compito di sostituire il mitico David Vincent, e Anthony Rezhawk, al posto del compianto Oscar Garcia, ottima voce Death presa dagli ignoti Resistant Culture, ma che a mio parere poco c'azzecca con il progetto Terrorizer (mi permetto di chiamarlo ancora così n.d.a.).
"Darker Days Ahead" è nel complesso un ottimo disco, aspettatevi però qualcosa di diverso dal precedente lavoro: da qui la mia delusione, un album di Death/Grind molto più maturo e tecnico con riffs conseguentemente più ragionati e mancanti di quel tocco di originalità derivato da una sorta di schizofrenia musicale che li ha caratterizzati, nel 1989, in ogni singola song (è bellissimo pronuciare queste due parole assieme n.d.a.), e che ora sembra dare inizio ad ogni pezzo sparendo poi purtroppo con l'evoluzione del brano, trasformando il lavoro in un prodotto radicalmente diverso.
Per finire vi dico sinceramente che questo che devo dare è il giudizio più difficile che mi sia capitato, mi sono trovato davanti un full lenght eccezionale di una band che però avrebbe dovuto fare di più e diversamente, proviamo a fare così, un 6,5 ai Terrorizer e un 8,5 a chiunque altro avrebbe potuto dare alla luce un disco simile.
28/08/06
La speranza di poter finalmente assistere ad un concerto dei Terrorizer viene spenta con una tragica notizia, forse la più incredibile ed agghiacciante della storia del metal che ad una settimana dalla sua attesissima uscita discografica vede scomparire uno dei personaggi più influenti e carismatici.
Addio Jesse, Grind on!
The time has come to break the chains…The time has come, no time to waste…
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