C'era una volta un ragazzo austriaco che nella sua brevissima esitenza (aveva 35 anni il giorno della sua morte) ha regalato al mondo qualcosa come 22 opere teatrali, 11 messe, 44 sinfonie, 18 sonate per pianoforte ed almeno un centinaio di altre opere artistiche.
Tutto questo in meno di 4 decenni di vita.
Il ragazzo - definito dal
Groove Dictionary "il compositore più universale nella storia della musica occidentale" - si chiamava
Wolfgang Amadeus Mozart ed il suo nome non sarà mai dimenticato.
Il perchè di questo panegirico è presto detto: sarebbe da stolti considerare di poca qualità una produzione numericamente abbondante; è anche vero però che i Mozart non nascono tutti i secoli.
Avendo appreso, dopo aver ricevuto il promo, che i
Benighted in Sodom (progetto solista dello statunitense
Matron Thorn) con "
Carrier Of Poison Apples" erano al 17esimo (sì, DICIASSETTESIMO!!!) album di una carriera iniziata nel 2004 (e di cui non avevo mai sentito parlare), ho cercato perciò di approciarmi al disco senza pregiudizi di sorta.
L'opener "
Last stop on my way to hell" ci avvolge con voci sussurrate, lunghe trame parlate, chitarre che salgono e scendono lungo i vari registri creando un suono straziante e disperato; la successiva "
Dead by 33" prosegue sulla medesima falsariga sfumando quasi nel gothic metal più che nel black.
"
Open heart, open grave" sembra far parte della precedente canzone e così "
World without mend" e così "
If only I" e via sino alla conclusiva, interminabile (11 e passa minuti) "
Never ever after"; l'unico sussulto (tenue, non esageriamo) lo regala "
Heart-Shaped Box" che presenta almeno una variazione grazie alle chitarre pulite ed alla linea melodica interessante.
Il problema è che si tratta di una cover dei
Nirvana: la miglior traccia del lotto è un rifacimento di un brano del 1993!
Ho fatto davvero fatica a concedere più di un ascolto a "
Carrier of poison apples", che comunque gli dovevo al fine di non giudicare troppo affrettatamente, ma l'immagine che in definitiva mi è rimasta è paragonabile a quando si partecipa ad una litania funebre e dopo i primi 5 minuti l'attenzione è già volata altrove.
Chiaramente sarebbe impietoso ed ingiusto paragonare il nostro a Mozart ma, a questo punto, forse sarebbe il caso di porre un freno alla logorrea musicale dimostrata al fine di migliorare la qualità delle proposte.
"
Less is more" insomma, come dicono oggi i più preparati: è questo il mio suggerimento ai
Benighted in Sodom.
Benighted in Sodom - "
Open Heart, Open Grave"
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