Prova di maturità per i norvegesi
Timeworn, giunti al terzo full-lenght dopo "Luminescent wake" (2014, Disciplin Media) e "Venomous high" (2017, Fysisk Format). Terzo album e terza etichetta, questa volta la
Loyal Blood Records, per una band frettolosamente etichettata come metalcore. Questo "
Leave the soul for now" ci presenta un sound molto più complesso e colorito, che ha senz'altro delle radici nel metalcore ma le elabora incessantemente inserendo elementi post-metal, noise-doom, grunge, sludge. I parametri di riferimento immediati sono i Mastodon del periodo "Crack the skye", i Baroness dei primi lavori, i Black Tusk, i Kvelertak, tanto per collocare in un ambito preciso la formazione scandinava.
L'iniziale "
Sky castles" mostra evidente l'impronta Mastodon-iana, grazie all'inconfondibile mix di potenza metallica granitica, aperture ieratiche e vocals aspre e bellicose, la successiva "
Count the crosses" punta invece maggiormente su un approccio post-metal nel contrapporre passaggi grezzi e diretti ad aperture ariose ed evocative. Si percepisce che la band ha lavorato molto sia sull'impatto complessivo che sullo sviluppo del songwriting, per offrire un sound meno prevedibile ed asfittico.
Lo testimonia in particolare la lunga "
Hellwater", dark-ballad di grande atmosfera cantata con voce pulita ed intensa, dove si colgono retaggi doom-bluesy e venature di sofferenza e malinconia quasi southern-stoner. Brano dall'andamento avvolgente, notturno ed incantevole. Si torna all'aggressività brutale metalcore con un paio di pezzi massicci e pachidermici come "
Paradise crown" e "
Visceral reality", dove comunque non mancano gli appigli melodici che caratterizzano questo filone heavy. Chitarre lancinanti e ritmiche sferzanti, che coinvogliano adrenalina ed un discreto grado di accessibilità. Ancora più serrata e brutale "
The fallen king", che nella seconda parte si apre comunque a tonalità più drammatiche e mesmeriche, mentre in coda arriva un'altra gemma di questo lavoro: "
Vagrant heart". Dieci minuti di raffinato post-metal insinuante, graffiante ed atmosferico, dove i
Timeworn riescono a sintetizzare tutte le loro influenze in un percorso coeso, elegante e brillante. Canzone di grande intensità, oscura e coinvolgente al punto giusto.
Prova di maturità superata, il quintetto norvegese realizza un disco spesso e convincente, con punte di eccellenza, collocandosi di diritto nella fascia alta del settore.
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