Terzo disco per i Goatwhore, band che ha tra le sue file un pò di gente conosciuta nell’ambiente, come Sammy Duet, già chitarrista dei Crowbar, e Ben Falgoust, già nei Soilent Green.
Viste le premesse uno si aspetterebbe un grindcore a tinte sludge, ed in realtà non si va molto lontani. Solo che il sound di partenza è un death/black metal, con attitudine satanica, e una puzza di palude della Lousiana che si sente lontana un miglio.
I pezzi sono veloci grezzi quanto basta, seppure la produzione di Erik Rutan li rende un po’ più “chiari”.
Le diverse influenze ben si amalgamano, creando un sound coeso, dove è interessante divertirsi a cogliere i vari momenti che spaziano da sfuriate black a parti cadenzate death metal, per finire a rallentamenti sludge.
Il pezzo che raccoglie un po’ la summa della proposta dei Goatwhore è “In The Narrow Confines Of Defilement”, un pezzo completo, ben strutturato e anche bello tosto.
In definitiva un buon disco, composto da gente che sa il fatto suo, abbastanza personale e ben suonato. Dategli un ascolto.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?