Jørn Lande nel corso della sua intensa carriera discografica ha praticamente fatto di tutto e di più, tra gli esordi con i Vagabond e i lavori successivi con, tra gli altri, Ark e Masterplan, le assidue collaborazioni (Avantasia, Genius, Ayreon... o quelle con Russell Allan e Trond Holter) e, infine, le cospicue uscite soliste. E pure qui si apre la finestra su un altro mondo, tra studio e live abum, raccolte, tributi e pure un disco con l'orchestra. Quella che invece è stata sempre una costante per il cantante norvegese è la sua voce strepitosa, un grande interprete e frontman dotato di temperamento e discreto carisma.
Che riprendere brani di altri gruppi faccia piacere a Jørn era già evidente dal primo album a nome
Jorn: "Starfire" (del 2000) dove trovavano posto cover di Journey, Deep Purple, Foreigner, Jefferson Starship e City Boy, ed è stato poi ribadito dalle raccolte "Unlocking the Past" del 2007 e la più recente "Heavy Rock Radio" uscita nel 2016.
Non stupisce, quindi, assistere ora ad un seguito proprio a questo disco, infatti, "
Heavy Rock Radio - II Executing The Classics" è formato da undici cover, di guppi già affrontati da
Jørn (Foreigner, Deep Purple, Dio, Bryan Adams) e new entry, alcune anche sorprendenti, come "
Love" di Santana e "
The Rhythm of the Heat" di Peter Gabriel, cui si aggiungono - come bonus tracks - ulteriori cinque cover già proposte in passato.
Si tratta di brani più o meno famosi, anche se ammetto di non aver mai sentito prima d'ora alcuni tra questi, che subiscono il processo di
Jorn-ized, come lo definisce lo stesso cantante norvegese, che riesce a dare la sua impronta e un marcato taglio Hard Rock a tutti i pezzi, da quelli affini a questo contesto sino a quelli più distanti, come "
Needles and Pins", famoso singolo (1964) dei britannici The Searchers, la settantiana "
Quinn the Eskimo (The Mighty Quinn)" della Manfred Mann's Earth Band, senza scordarsi di una "
The Rhythm of the Heat", che qui subisce un robusto trattamento di metallizzazione che stravolge il pulsare ipnotico e tribale di quella che era l’opener di "Peter Gabriel IV".
Personalmente ho sempre apprezzato i tribute album, e comunque le cover in generale, e questo "
Heavy Rock Radio II – Executing The Classics" si piazza sicuramente tra quelli più riusciti, ma da
Jørn Lande c'era da aspettarselo vista la sua "
esperienza" sul tema.
Non posso, quindi, che ripetere, pari pari, ciò che scrissi all'epoca di "Unlocking the Past":
non imprescindibile, "Heavy Rock Radio II" è in ogni caso un'ulteriore testimonianza della bravura di questo "zingaro" (non per niente la sua prima collaborazione risale ai Vagabond di Ronnie Le Tekro) del microfono.
Metal.it
What else?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?