Il ritorno degli
Psychotic Waltz, per il fan di prog-metal che non abbia meno di 16 anni, è una sorta di inaspettata manna dal cielo. La band americana, difatti, aveva sospeso le attività nel lontano 1997, e per giunta dopo aver sfornato 4 dischi, a mio parere l'uno più bello dell'altro (a parte, forse, l'ultimo "
Bleeding", un filo sottotono). Non solo: la band torna con la formazione originale dei primi tre albums, quindi con
Buddy Lackey alla voce (sebbene adesso viva in Austria, potere dell'internette), con il suo timbro leggermente disturbato e, per chi scrive, inconfondibile.
Insomma, gli elementi di attesa c'erano tutti, visto che stiamo parlando di qualcosa come VENTITRE anni di pausa!!!! Il risultato è un album... interessante.
"
The God-shaped Void" parte con un titolo e una copertina bellissimi, che fanno ben sperare. Premuto il fatidico tastino col triangolo, ci si trova davanti ad una sorta di esperimento da macchina del tempo: l'album, infatti, sembra seguire di non più di un annetto il suo predecessore! Stessa atmosfera, molto poco 'prog' nel senso
dispari del termine, e un pò più.... come spiegarvelo... i Queensryche di "Promised Land"? Musica ricercata, belle linee vocali, per un album che comunque le sue pecche le ha, in primis il fatto che i brani si somiglino tutti un pò tanto. Poca personalità, forse, in fase di stesura musicale, salvata in corner da linee vocali interessanti o da momenti particolarmente ispirati, come ad esempio la struggente "
Sisters of the Dawn", la conturbante "
Demystified" o certi brani un filo più 'cattivelli' come "
Pull the String" o "
The Fallen". Ma stiamo comunque parlando di un album con una tonnellata di aspettative sulle spalle; fosse il debut album di una misconosciuta formazione, ne parleremmo togliendoci tanto di cappello...
Insomma, al novizio consiglierei l'album per accostarsi ad una grande band del passato; al fan della vecchia data, beh, credo che non riuscirei ad impedire nemmeno fisicamente di accaparrarsi questo nuovo album, e ne vale la pena. La classe degli
Psychotic Waltz non si è dissolta nel vento, rimane come monito e come spartiacque tra chi sa fare, e chi, troppo spesso, soltanto fa.