Copertina 7

Info

Anno di uscita:2020
Durata:59 min.
Etichetta:Inside Out

Tracklist

  1. DEVILS AND ANGELS
  2. STRANDED
  3. BACK TO BLACK
  4. ALL THE BAD MEN
  5. THE FALLEN
  6. WHILE THE SPIDERS SPIN
  7. PULL THE STRING
  8. DEMYSTIFIED
  9. SEASON OF THE SWARM
  10. SISTERS OF THE DAWN
  11. IN THE SILENCE

Line up

  • Devon Graves: Vocals
  • Dan Rock: Guitars, Keyboards
  • Brian McAlpin: Guitars
  • Ward Evans: Bass
  • Norman Leggio: Drums

Voto medio utenti

Il ritorno degli Psychotic Waltz, per il fan di prog-metal che non abbia meno di 16 anni, è una sorta di inaspettata manna dal cielo. La band americana, difatti, aveva sospeso le attività nel lontano 1997, e per giunta dopo aver sfornato 4 dischi, a mio parere l'uno più bello dell'altro (a parte, forse, l'ultimo "Bleeding", un filo sottotono). Non solo: la band torna con la formazione originale dei primi tre albums, quindi con Buddy Lackey alla voce (sebbene adesso viva in Austria, potere dell'internette), con il suo timbro leggermente disturbato e, per chi scrive, inconfondibile.
Insomma, gli elementi di attesa c'erano tutti, visto che stiamo parlando di qualcosa come VENTITRE anni di pausa!!!! Il risultato è un album... interessante.

"The God-shaped Void" parte con un titolo e una copertina bellissimi, che fanno ben sperare. Premuto il fatidico tastino col triangolo, ci si trova davanti ad una sorta di esperimento da macchina del tempo: l'album, infatti, sembra seguire di non più di un annetto il suo predecessore! Stessa atmosfera, molto poco 'prog' nel senso dispari del termine, e un pò più.... come spiegarvelo... i Queensryche di "Promised Land"? Musica ricercata, belle linee vocali, per un album che comunque le sue pecche le ha, in primis il fatto che i brani si somiglino tutti un pò tanto. Poca personalità, forse, in fase di stesura musicale, salvata in corner da linee vocali interessanti o da momenti particolarmente ispirati, come ad esempio la struggente "Sisters of the Dawn", la conturbante "Demystified" o certi brani un filo più 'cattivelli' come "Pull the String" o "The Fallen". Ma stiamo comunque parlando di un album con una tonnellata di aspettative sulle spalle; fosse il debut album di una misconosciuta formazione, ne parleremmo togliendoci tanto di cappello...

Insomma, al novizio consiglierei l'album per accostarsi ad una grande band del passato; al fan della vecchia data, beh, credo che non riuscirei ad impedire nemmeno fisicamente di accaparrarsi questo nuovo album, e ne vale la pena. La classe degli Psychotic Waltz non si è dissolta nel vento, rimane come monito e come spartiacque tra chi sa fare, e chi, troppo spesso, soltanto fa.

Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 15 feb 2020 alle 11:31

I primi dischi spaccavano perchè erano una sorta di Trash-Prog, un pò alla Atheist (più soft ovviamente nelle linee vocali) e tecnicamente superbi....Chissà cosa hanno tirato fuori dopo quasi 5 lustri...

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