Imago Mortis - Ossa Mortuorum E Monumentis Resurrectura

Copertina 8,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2020
Durata:45 min.
Etichetta:Drakkar Productions

Tracklist

  1. AL PASSO CON L'ERESIARCA
  2. NERA MISTICA
  3. PACTUM EST...
  4. FINCHÈ MORTE
  5. HORRIBILE COSE CHE NE' BOSCHI
  6. ...IN LIBRO DIABOLI

Line up

  • Abibial: bass, vocals
  • Scighéra: guitars
  • Axor: drums

Voto medio utenti

L’anima che anela all’eternità, deve sottrarsi al giogo della morte, tu o viandante, alle soglie delle tenebre, vieni…
I blacksters lombardi nativi della provincia bergamasca Imago Mortis tornano dopo ben sei anni di distanza dal precedente album “Carnicon”.
C’è da aggiungere che la band, ora divenuto un trio, ha sempre seguito l’ortodossia black metal ma aggiungendo personalità non solo a livello musicale e compositivo, ma anche lirico.
Perché la band guidata dal bassista e cantante Abibial è orgogliosa delle sue radici e Storia con la esse maiuscola, tanto che le liriche di ogni disco affondano radici storiche delle lande lombarde in epoche antiche, leggende nostrane o in oscuri culti, il tutto argomentato con linguaggio aulico ed antico.
La copertina di questa nuova fatica si ricollega con l’album precedente, con la riproposizione della figura incappucciata devota a culti esoterici che ci tiene dischiuso un portone antico, però ammonendoci col gesto del dito sulla bocca a rispettare il silentium, perché il culto è per pochi.
Il disco comincia con “Al passo con l’eresiarca”, brano denso di oscurità con un approccio iniziale doom pesante e ossianico.
Le chitarre nere e gelide poi aumentano con aggressività nei cambi di tempo veloci e serrati; la voce di Abibial è alta, acida e numerosi sono le variazioni ritmiche che danno fluidità all’incedere del brano.
A metà del brano la band inserisce anche trame acustiche a incrociare le sei corde elettrificate, che rendono più minacciosa la composizione che rallenta nel finale.
Nera mistica”, è un brano di classico e puro black metal con le chitarre in tremolo nella tradizione nordica e con tempi veloci.
La band è compatta, si sente il trasporto emotivo di tutto il gruppo ben interpretato dal singer bergamasco; anche qui i cambi di tempo giocano a favore donando varietà al brano.
Con “Pactum est…”, i nostri tornano al doom ma con un omaggio sabbathiano rivisto con un’ottica maligna che poi accellera in una sfuriata.
Il brano è dinamico, feroce e con rallentamenti mortiferi, con il singer che alterna bene un timbro acido ad uno aggressivo e cori puliti a dare pathos diabolico.
Ma è con il brano “Horribile cose che ne’ boschi” che la band si supera; un brano che sembra una piccola pièce teatrale.
Le liriche raccontano un fatto vero avvenuto in terra bergamasca che mischia italiano antico e dialetto.
I due “attori” in campo a reggere il discorso magistralmente sono il singer e l’ospite speciale nientemeno che G/ Ab Volgar leader e voce dei grandi Deviate Damaen.
La track inizia in maniera cadenzata con riffing serrati e nerissimi per poi ecco arrivare percussioni e chitarre acustiche con voce recitante pulita; come controcanto la marcia cambia con aggressività e screaming vocals, il finale è da brividi.
“…In libro diaboli” chiude il cerchio nero collegandosi alla terza traccia, con gli stessi cori salmodianti e sacrileghi; anticipati da rumori di tregenda tempestosa e un crescendo diabolico con chitarre elettriche ed acustiche e non solo fino alla conclusione.
Grande affresco estremo che unisce tradizione, personalità e orgoglio delle proprie radici e cronache antiche; un disco da avere e assaporare alla fioca luce di una candela nelle tenebre, il patto è giunto!

Recensione a cura di Matteo Mapelli

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