Secondo lavoro per i torinesi
Proliferhate, dopo un buon esordio “In No Man’s Memory” del 2015 che ha posto i riflettori su questa band.
Questo “
Demigod of perfection” del 2018 riesce ad affinare quanto fatto sul primo album, offendo la stessa proposta musicale con un miglioramento sostanziale del songwriting, produzione e immediatezza delle canzoni. I
Proliferhate propongono un death metal con venature progressive e una buona dose di oscurità e pesantezza, mai scontato, e forte di una grande personalità nei suoni scelti e nelle soluzioni melodiche. Il sound dei
Proliferhate è subito riconoscibile e basta addentrarsi nelle migliori “
Oberon“ , “
Naked Monstrocity“ o “
Euphorion”, solo per citarne alcune, per capire che la band riesce a offrire un platter pieno di ottimi spunti dove si distingue una certa profondità e professionalità nel songwriting. Il tema ricorrente, che fa quindi da collante tra il primo e il secondo album , è quello del “
Faust” che trova qui una narrazione quanto mai decadente ed emozionante. Il growl sostenuto dalle composizioni oniriche e possenti riesce a guidare in questo viaggio l’ascoltatore, immergendolo completamente nella storia.
I musicisti sono molto preparati, e non parlo solo della parte tecnica ma anche della capacità di suonare in maniera compatta. Infatti l’amalgama delle canzoni è perfetta e ogni strumento o parte vocale è un elemento che si distingue all’orecchio, ma allo stesso tempo è solo un ingrediente utile per godere dell’esperienza musicale completa. Notevole in particolar modo il drumming di
Daniele Varlonga che riesce sempre ad aggiungere colore alle composizioni, facendo risultare le parti di batteria una traccia rilevante delle canzoni. Il suo stile è molto personale e offre eccletticità a questo stuff. Ottimo lavoro anche del bassista
Andrea Simioni e dei chitarristi
Omar Durante (anche vocalist) e
Lorenzo Moffa che tessono un vero e proprio drappo intriso di malinconia, sofferenza e pesantezza, con la capacità di farne qualcosa di potente ed epico (da sentire la title track o la già citata “
Euphorion”). Interessante anche la prova vocale nelle fasi di growl, mentre avrei curato un po’ di più la scrittura delle parti di voce pulita (anche in fase di recordings). Il lavoro è buono, intendiamoci, ma per trovare qualcosa di migliorabile, annovererei questa cosa nell’elenco.
L’Italia dell’underground è una realtà che va scoperta perché nasconde bands che vincono il confronto con i nomi più famosi, italiani e stranieri. Se amate il death metal e avete voglia di ascoltare qualcosa di fresco vi consiglio questo “
Demigod of Perfection” (acquistabile anche tramite band sulla pagina di facebook)
Confido nel terzo album nella speranza che la band, pur mantenendo questo marchio di fabbrica che li distingue nel mucchio, possa trovare una produzione ancora migliore che renda ancora più giustizia al loro sound. Il mio suggerimento, ancora, è che i
Proliferhate riescano a produrre qualche episodio più catchy che possa rendere fruibile a più persone la loro musica.
A cura di cura di Alberto “Corvo” Lana
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