Il gruppo di Oslo alla terza prova in studio dimostra di essere più carico che mai sparandoci addosso 12 proiettili ( 11+ 1 bonus track ) di veloce, sanguigno punk'n'roll che attinge a piene mani sia dalla seminale band di Lemmy - si sentano l'opener "
Heads Down" che ricorda nel main riff "
We Are Motorhead" , "
Forever" o "
Made Of Steel" con la roboante linea di basso - sia dal punk-rock di bands scandinave quali Hellacopters e Turbonegro non disdegnando sconfinamenti anche nella NWOBHM ( "
Soul To Soul" ), e nei Ramones e nei Danko Jones più veraci.
Quello che balza subito all'occhio - e alle orecchie - è però la grande e personale energia che i Nostri riescono a sprigionare, tanto è che non ci sono cadute nel mero scopiazzamento dei gruppi di riferimento e anche negli episodi più semplici risultano dannatamente coinvolgenti.
Come non scuotere il testone e non battere il piedino al ritmo sbarazzino di "
A Night Out With Tour Tail Out" o della titletrack?
I chorus sono da cantare e le chitarre ruggiscono alternando riff ora più metal ad altri più spiccatamente rock'n'roll e per fortuna non troviamo né cali di tensione né filler grazie anche a composizioni snelle che colpiscono subito nel segno.
"
Born Hard" e "
I Play My Guitar When I Want" sono r'n'r nei quali si sente l'impronta nientemeno che di Chuck Berry (!), "
Fake Suicide", "
High Society" e "
Glasgow Kiss" sono punk accelerati altamente contagiosi.
Chiude la cover in lingua madre di "
99 Luftballons" ( vecchio hit di Nena ) qui resa in chiave metal.
Il nuovo lavoro dei
Pain City sprizza energia da tutti i pori e ci mette di buon umore e visto i tempi che corrono non è poco.
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