Premessa necessaria:
quello che state per leggere non è un esperimento, i più fedeli frequentatori del nostro glorioso portale ricorderanno che qualcuno ha già fatto una cosa simile (ma NON vi dirò chi nè in che occasione, a voi il divertimento di andarlo a cercare), ma siccome la pazzia in redazione è contagiosa non volevo essere da meno.
In occasione della recensione del 4° lavoro dei finlandesi Dead End Finland "
Inter Vivos"
(arrivato in redazione con qualche ritardo e poco considerato....) edito come di consueto da Inverse Records,
e dopo averlo ascoltato praticamente a ruota per una settimana, non ho avuto altra scelta che dare voce alle due anime che hanno combattuto in me per illustrare al meglio le reazioni diametralmente opposte che il disco ha suscitato.
Se avete voglia mettetevi comodi, il delirio del vostro affezionato redattore va ad iniziare con il punto di vista dell'animo........Modernista:
Avevo lasciato in sospeso la mia "storia" con i
Dead End Finland con il precedente "
Slaves To The Greed" (2016), disco che proseguiva l'evoluzione del gruppo di Helsinki verso sonorità sempre più lontane dall'originario death melodico di stampo scandinavo per abbracciare i "nuovi" canoni del genere fatti di accelerazioni brucianti, riffs taglienti, parti vocali cavernose intervallati a stacchi melodici, cantato pulito e partiture elettroniche in abbondanza.
"
Inter Vivos" porta a compimento il percorso di
Mikko Virtanen e soci - per inciso sempre con la medesima lineup dell'esordio nel 2008, una rarità oggigiorno- scegliendo di privilegiare la melodia, le tastiere ed i synth, le clean vocals e la facilità di ascolto e mettendo in secondo piano la componente "death" della loro musica.
E la cosa funziona alla grande: l'abilità dei nostri nel songwriting, la capacità di creare ritornelli di immediata assimilazione, la profusione di melodie sognanti, le pennellate "aggressive" lasciate cadere al momento giusto donano a tutti i 10 brani del lotto un sapore irresistibile.
Così dopo pochissimi ascolti ci si trova in modo del tutto naturale a cantare a squarciagola il refrain di "
Closer to Extinction", si provano brividi di piacere sonoro con la tristezza delle simil-ballad "
Lifelong Tragedy" e "
In Memoriam",si apprezzano i passaggi sinfonici di "
War Forevermore" e si resta imprigionati dalle magiche tastiere di
Jarno Hänninen nella strumentale "
Dead Calm".
Si fa in fretta a dire "modern melodic death metal", ma bisogna saperlo fare con classe per non scadere nella pacchianeria o nella fuffa: i
Dead End Finland sono l'esempio da seguire per farlo al meglio.
Ora scusate ma non riesco a smettere di cantare....
"
Despair and agony
The dead united in lifelong tragedy
Fading, wasting away
Waited so long for nothing but misery"
Dead End Finland - "
Lifelong Tragedy"
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