E’ passato poco meno di un anno dall’uscita di “Let it ride”, ed ecco tornare sulla scena i californiani Angel City Outcast, che tanto mi avevano impressionato all’epoca di quella release.
Il loro modo tutto personale e fuori di testa di interpretare il punk rock, arricchito da numerose influenze che vanno dal rockabilly all’heavy metal classico passando per il country ed il folk ha veramente del sorprendente. “Deadrose Junction” si presenta sin dall’inizio come un corposo passo avanti rispetto al passato: non è solo di durata doppia rispetto al precedente, ma è anche molto più curato sia in sede di arrangiamento che di produzione. Insomma, gli ACO non sono più una sorpresa per nessuno, il loro nome sta iniziando a circolare con insistenza anche al di fuori degli Stati Uniti, per cui è forte la voglia di far vedere che non si è trattato di un fuoco di paglia.
Questo è un disco dall’impatto devastante: le quattordici tracce di cui si compone ci faranno saltare su dalla sedia e non vi daranno tregua. Azzeccate in pieno tutte le melodie, e se si considera che questa è una band con un tasso tecnico invidiabile, possiamo ben comprendere come non ci sia nulla, qui dentro che possa risultare scontato o prevedibile.
Probabilmente mi sbaglio, ma credo che se oggi il punk rock può ancora permettersi di essere un genere musicale serio, e non più a solo appannaggio di adolescenti brufolosi con la voglia di fare i duri, il merito sia proprio di band come gli Angel City Outcast, che hanno saputo sfornare un altro prodotto che, ne sono assolutamente certo, resisterà alla prova del tempo.
L’anno scorso avevo parlato di versione punk dei System of a Down: questa volta mi sembra più adatto tirare fuori gli Anthrax, per questo andamento saltellante e indiavolato che hanno i vari brani. Comprate questo disco, qualunque sia il genere da voi prediletto, e sperate che vengano presto dal vivo dalle nostre parti perché credo proprio che ci sarà da divertirsi!
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