Lo confesso … mi ero un po’ preoccupato.
Reduce dall’inebriante ricordo (spesso e volentieri adeguatamente rinfrescato, tra l’altro …) del precedente “
The grand design”, l’approccio preliminare con questo “
Master of illusions” aveva destato più di una perplessità, inducendomi a immaginare che le
illusioni evocate nel titolo dell’opera si fossero concretizzate nel mio fiducioso animo di
musicofilo.
Insomma, “
Walk away” è un’energica e gradevole
opener e “
The first time” hanno un certo
appeal, ma da qui a avvalorare l’idea, da me ai tempi sostenuta con convinzione, che i
Khymera potessero essere autorevoli continuatori della più nobile tradizione dell’
hard pomposo ce ne passava.
Mai dubitare di quella “vecchia volpe” di
Dennis Ward e dei suoi abili sodali … da lì in avanti il disco si rivela un’autentica delizia per gli uditi dal gusto vigoroso e raffinato, giustificando l’accostamento con
Maestri del genere del calibro di Giuffria, House of Lords, Shooting Star, Drive She Said e Icon.
A partire dalla
title-track dell’albo la voce di
Dennis, favorita da un
songwriting divenuto “veramente” sfarzoso e scintillante, esplode in tutta la sua carica emotiva e mentre
Eric Ragno entra in piena sintonia con l’aristocratica stirpe griffata
Mangold /
Giuffria /
Cain, la chitarra di
Klein inizia a fendere l’etere, il tutto in perfetta coordinazione con la ritmica pilotata dall’esperto
Newdeck (Newman, Eden's Curse, Blood Red Saints, Midnite City, …) e dallo stesso
Ward.
I sussulti proseguono, dunque, con la grinta sofisticata e adescante di “
The sun goes down”, la vaporosa melodia di “
Paradise” e la pulsante vivacità corale di “
The rhythm of my life”, e quando arriva la prorompente intensità armonica di “
Follow the sun”, appare ormai chiaro che l’
hard de-luxe dei
Khymera è tuttora degno del prestigioso blasone assegnatogli con consapevolezza e discernimento.
“
Father to son” fomenta imponenti fiotti di brividi passionali e “
After all this time” risplende di pura classe “adulta”, in un clima sonoro che con “
Victim of your love” mescola ad arte dinamismo e solarità e in “
Just let it happen” si tinge di malinconia e crepuscolo, concludendo in “gloria” un programma musicale che dopo avermi istillato il tarlo del dubbio, ha saputo prontamente annientarlo con l’invincibile forza dell’ispirazione e della tensione espressiva.
Superato il piccolo “spavento”, è ancora più bello affermare che “
Master of illusions”dei
Khymera è un prodotto discografico di altissima qualità, da affidare con serenità all’ambita categoria degli “imperdibili”.
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