Sigla...
I francesi
Beneath My Sins, al di là delle pompose parole con le quali ci vengono presentati dalle note della label, sono esattamente quello che temevo: una band di plastica. Sulla
Scala Amaranthe* segnano un preoccupante 8 su 10.
Lo
Sbranfometro si era già attivato sin dalle prime note dell'intro "
Crossroad", e fu quindi con la prima "
I Decide" che le mie paure si mutarono in realtà: base power/simphonic, inserti elettronici messi un pò a pene di segugio, e alla voce,
Emma Elvaston, che, non so come dirlo in altri modi,
è stonata. Sì, esatto. Spesso fuori nota, non parliamo di quando prova a prendere il registro del soprano; la sua voce diventa un sussurro fastidioso, non avendo la suddetta (evidentemente) alcun approccio studiato e nessun controllo del registro che tenta di sfruttare. Oh sì certo, la produzione è affidata a Fabio D'Amore dei Serenity, ci sono un sacco di guests [Matteo Sisti (Eluveitie), Melissa Bonny (Ad Infinitum), Michele Guaitoli (Temperance,Visions Of Atlantis), Fabio Lethien Polo (Elvenking)], ma poi? Cosa ci resta tra le mani, dopo 49 minuti di metal pacchiano e cantato male? Ve lo dico io, ci resta la voglia di sassare il suddetto cd out of the window. Disco da evitare, insomma, io vi ho avvisati. Poi oh, ognuno è libero di farsi del male come meglio crede...
* La Scala Amaranthe è un metro insindacabile di giudizio, in base al quale una band fa schifo in maniera direttamente proporzionale al livello di robbba discotecara che contiene la sua musica: tastierine, cantanti bone ma scarse, suonini elettronici, ecc ecc (ndr).
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