Direttamente dalla Slovacchia, non il primo paese al quale penseremmo in caso di black metal, fanno il loro esordio i
Solipsism con l'album
"Trhliny v (ne)skutočnosti (The Ruptures in (Un)Reality)" che ci offre, se dovessimo riassumere tutto in poche parole, un suono molto vicino agli anni '90 con particolare riferimento alla corrente melodica del metallo estremo.
Un disco nostalgico dunque?
Non proprio.
Il gruppo, infatti, probabilmente per il suo retroterra culturale, non è l'imitazione di questo o di quello, ma è in grado di scrivere pezzi epici, melodici, intrisi di melanconia, ma anche in grado di graffiare poiché sorretti da una buona dose di violenza.
All'interno dell'album si intrecciano soluzioni di melodic death metal ed altre più tipicamente black, il tutto registrato con un suono non nitidissimo, ma molto efficace, e caratterizzato da validi intrecci di chitarra che qui e la richiamano ambiti "post" ma che, in generale, sono taglienti e, come ricordavo prima, molto esposti sul piano epico ed evocativo.
I
Solipsism risultano particolarmente efficaci nei mid tempos, all'interno dei quali meglio riescono a creare le proprie atmosfere eleganti e belligeranti avvicinandosi, qui più che nel resto delle partiture, ai grandi gruppi svedesi del periodo storico già citato, e mettendo per tanto in evidenza abilità compositive non troppo scontate.
In sostanza, i nostri sono un buonissimo gruppo che merita di essere scoperto ed apprezzato per una proposta varia, atmosferica, grezza dove serve, e con un occhio alla melodia mai banale ma sempre dal forte pathos.
Per me promossi e con merito.
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