Una volta ci voleva talento, quello vero, per sfondare, pur se il mercato non era inflazionato come adesso, comunque per emergere ci volevano palle, talento e sudore. Oggi invece nonostante le migliaia di uscite senza senso che affollano il mercato viene ancora data la possibilità a chiunque di stampare e pubblicare il proprio fottuto dischetto.
I K.O. Kaine pensano che basti darsi un moniker figo ma stereotipato, un’immagine trendy ma abbastanza retrò, che guarda agli anni ’80, temi simil-offensivi-impegnati e una sostanza musicale che vorrebbe mettere insieme un po’ di cose, glam anni ’80, beats industrial, rock metallizzato made in USA (ma senza mai avere le palle per insistere in una direzione che sia una e senza avere le palle di spingere questo connubio sino alle estreme conseguenze musicali), per sfondare.
Qualcosa di buono lo tirano fuori, nei passaggi più cadenzati di “Bright Lights”, nella genuina carica di “A & E”, ma resta poi poco altro.
Un disco che in definitiva è piacevole, perché si ascolta senza impegno, ma che non si fa a tempo a levarlo dal lettore cd che lo si è già dimenticato.
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