"Inner Strenght", terzo album per gli ellenici InnerWish riprende quello stesso discorso musicale che avevano lasciato in sospeso l'anno scorso con "Silent Faces", ed anche la formazione sembra essersi assestata.
Qualche puntata al Power, veloce ed al contempo melodico, ("Travellers In Time", "Final Prophecy" ed anche la scontate "Inner Strength" e "Eye Of The Storm" dove si salvano solo gli assoli di chitarra), diverse puntate melodiche (la cover di "Lonely Lady" da "Steel the Light" dei Q5), l'Hard Rock di "Feel The Magic", la ballad "Never Let you Down") e ad un veloce neoclassico ("Bleeding Soul").
Nessuna canzone sembra essere in grado di imporsi, nemmeno la discretamente riuscita suite "Gates of Fire", un pezzo epico (in effetti, è incentrato sulla battaglia delle Termopoli, quando 300 soldati spartani tennero testa all'esercito persiano), con interessanti parti acustiche e strumentali, e dove troviamo pure un buon lavoro ai cori. Il cantante Babis Alexandropoulos conferma quanto di buono fatto aveva già fatto sentire in passato, una bella voce, calda e versatile, ma ai pezzi continua a scarseggiare quel po' di verve e di energia in più che potrebbe fare la differenza. Così gli InnerWish finiscono con il perdersi nella miriade di gruppi (anonimi…) dediti a questo genere di sonorità.
In definitiva non si tratta di un album oggettivamente inferiore al precedente "Silent Faces", ma la mancanza di un qualunque progresso, va presa come un mezzo passo indietro.
Che si riflette sul voto.