Gli
Archon Angel nascono dalla cooperazione, nel corso delle registrazioni di "Return to Eden" dei Timo Tolkki's Avalon, tra il cantante
Zak Stevens, il quale tra i tanti impegni è conosciuto soprattutto per la sua militanza nei Savatage, ed il chitarrista
Aldo Lonobile, che oltre a portare avanti i Secret Sphere, non si è fatto certo mancare altre importanti collaborazioni.
Si tratta quindi di due musicisti che sanno indubbiamente come dare vita a della bella musica, e questo si può cogliere immediatamente dall'ascolto di
"Fallen", il loro primo album, uscito per la
Frontiers Music, sempre attenta a promuovere questo tipo di progetti. Un disco cui prende parte una line-up dove scorgiamo altri nomi che ci riportano ai Secret Sphere, visto che alle tastiere e alla batteria troviamo
Antonio Agate e
Marco Lazzarini, e con loro il bassista dei Nightmare,
Yves Campion. A livello compositivo, saldamente nelle mani di
Aldo Lonobile, va anche segnalata la presenza "esterna" di altri primi attori come Simone Mularoni e Alessandro Del Vecchio.
Dopo questi preamboli, si può passare al pezzo forte: i cinquanta minuti di "
Fallen", dove - volutamente e apertamente - aleggia l’ombra dei Savatage, per la precisione quelli da "Edge of Thorns" (il primo con
Stevens alla voce) in poi, che ritroviamo sin da subito, dalla stessa titletrack, per la presenza del piano, nelle melodie e orchestrazioni, oltre, ovviamente, per l'effetto
Stevens. "
The Serpent" inizialmente sembra mixare Kamelot e Secret Sphere per poi prendere altre strade, con un mood più modernista e quasi schizofrenico, anche nel guitarwork di
Lonobile e nei ceselli di
Agate. Ancora ritmi frenetici con "
Rise", uno dei brani più Heavy e diretti dell'album, e pure uno dei più riusciti, con gli
Archon Angel che riescono nell'intento di non ridursi a meri emulatori dei Savatage. Anche se poi la creatura dei fratelli Oliva, riaffiora lungo le note dell'avvolgente "
Under the Spell" e della più vivace e teatrale "
Twilight". Buono l'impatto della melodica "Faces of Innocence", grazie all'interpretazione di
Stevens e del guitar solo, seppur la sensazione del "già sentito" resti piuttosto marcata. Di tutt'altra fattura la seguente "
Hit the Wall" che sembra riallacciarsi a "
The Serpent" nel suo essere ritmicamente insistita (grazie al pulsare di
Campion e
Lazzarini) e con quel suo temperamento thrasheggiante. Tocca poi a "
Who’s in the Mirror" e per qualche istante mi vengono in mente i primi U2, ma è solo un flash perchè poi è il Melodic Metal di classe ad imporsi, con una grande prova d'assieme. Se qualcuno necessitava di una ballad, ecco "
Brought to the Edge", il lentone d'ordinanza, tutto giocato su voce e gli arpeggi di chitarra. Poteva finire qui, con l'ascoltatore in balia della melodia, invece il disco ci offre ancora un ultimo pezzo, e a ragion veduta, dato che i sette minuti d "
Return of the Storm" sono tanto ambiziosi quanto riusciti, con incroci vocali e sinfonici, cavalcate esaltanti e incalzanti, dove si possono scorgere tracce tanto di Circle II Circle quanto di Secret Sphere.
Detto ancora che "
Fallen" è un concept, piuttosto originale, incentrato su Archon, un moderno angelo/medium che fa da tramite tra una tormentata umanità e Dio, e che gli
Archon Angel hanno già esordito dal vivo lo scorso gennaio, sulla The Independence of The Seas, nel corso del Tour/Crociera del 70000 Tons Of Metal 2020, non resta che consigliare questo disco non solo a chi ha nostalgia dei Savatage ma a tutti quelli che apprezzano la buona musica, ben suonata e ben cantata.
Metal.it
What else?