Pur avendo una carriera pluridecennale all’attivo, gli olandesi
Thanatos sono una di quelle band che si attendere parecchio fra una uscita e l’altra. Il presente
“Violent Death Ritual” è infatti solo la settima fatica sulla lunga distanza della creatura fondata dal chitarrista/cantante S
tephen Gebédi, personaggio che definire veterano è a dir poco riduttivo, (fra le altre cose è stato fra i fondatori della superba macchina da guerra orange
Hail Of Bullets) essendo la prima incarnazione dei
Thanatos nel lontano 1984.
“Violent Death Ritual” è un gran bel disco di thrash/death metal – si sente la mano del guru
Dan Swanö in fase di produzione – in cui non mancano i rimandi agli “amori musicali mai sopiti nel cuore”di
Gebédi ovvero
Kreator, Possessed, Slayer in primis ma anche a tutta quella fervente scena metal estrema sorta fra la fine degli anni 80 e primi 90.
Se è innegabile che alcune fra le più note realtà olandesi partite con lo stesso spirito thrash/death dei
Thanatos hanno quasi subito virato la rotta privilegiando l’anima death (penso soprattutto ai
Sinister), la band di Rotterdam ha invece mantenuto perlopiù inalterate le proprie radici invecchiando decisamente bene evitando di diventare una parodia di sé stessi.
Pur prediligendo l’approccio diretto e potente, questo lavoro non manca anche di passaggi più ragionati con utilizzo di midtempo (vedi per esempio
“Legacy of the gods") senza per questo perdere in aggressività o pesantezza (il batterista
Martin Ooms svolge il suo dovere con precisione senza strafare lasciando sfogare la coppia di chitarristi
Gebédì/Baayens) nonché iniezioni melodiche (valga come esempio
“As the cannon fade” posta in chiusura).
Alla fine
“Violent Death Ritual” è un disco che non presenta pecche, che appartiene alla categoria di quelli che non vi faranno mai pentire dell’investimento fatto. Coi tempi che corrono non è poco.
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