Sono passati ben otto anni dal precedente "RuneEater", un lungo periodo durante il quale gli americani
Velnias hanno "affilato" le loro armi per potersi presentare con il nuovo
"Scion Of Aether" un album che, rispetto al passato, segna una decisa evoluzione per il gruppo del Colorado, capace di cambiare pelle pur rimanendo fedele a se stesso.
Gli elementi black metal, una volta presenti nell'amalgama sonora, sono completamente spariti, così come la componente folk si è ridotta a mera "sensazione.
Una operazione, in apparenza, di semplificazione della propria musica.
Ma non è così.
"Scion Of Aether", infatti, è un album complesso, ricco di striature, molto profondo e certamente lontano da qualsiasi forma di mainstream.
I
Velnias suonano oggi una sorta di mix tra possente doom metal e spettacolari aperture post rock senza rinunciare ad un'anima oscura e, se mi si permette il temine, "polverosa" che avvolge tutto l'album andando a creare una atmosfera sciamanica da un lato ed una forza esplosiva dall'altro, elementi, questi, che messi tutti insieme con perizia tecnica ci forniscono un lavoro arcigno capace di far sentire sull'ascoltatore tutto il suo peso e la sua forza catartica come se il caldo vento del deserto ci sferzasse la faccia e ferisse i sensi.
I
Velnias sono molto abili, a mio avviso, a farci "vivere" la propria musica: ogni nota è carica di elettricità, ogni melodia ci porta nella loro terra di origine, ogni intreccio di chitarra quasi ci fa sanguinare, il tutto mentre le vocals ci spiazzano tra doloroso growl ed improvvise note "pulite" come se un vortice impazzito, tuttavia mai veloce, ci accogliesse nel suo grembo e ci sbattesse a destra e sinistra.
"Scion Of Aether" è qualcosa di molto intimo e possente.
Le sue melodie ed i suoi arpeggi sono tristi.
Le esplosioni sonore massicce e cariche di rabbia.
Il suo spirito è lo spirito di una Terra intera che urla la sua sofferenza ed il suo sgomento e, forse, mai come in questo momento, un lavoro del genere può riportarci al contatto con noi stessi e con il nostro Mondo facendoci capire che, data la nostra sostanziale insignificanza, dovremmo essere molto più rispettosi di fronte a ciò che è immensamente più grande di noi.
Per come al vedo io, questo è un album da ascoltare e riascoltare per godere fino all'ultima nota e fino all'ultimo dettaglio della sua aspra magnificenza.
Letteralmente splendido.
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