Copertina 7

Info

Anno di uscita:2020
Durata:46 min.
Etichetta:ATMF

Tracklist

  1. MORPHINE
  2. WISDOM OF THE GRAVE
  3. GIVE ME THE GUN
  4. A STRANGE THING TO SAY
  5. LESSER KEY OF SOLOMON
  6. IN THE FIELDS WHERE I LAY

Line up

  • Matron Thorn: everything

Voto medio utenti

Oblivion Gate è un nome nuovo nella scena "estrema" mondiale, ma dietro di esso si cela la figura dell'eclettico, e pazzoide, Matron Thorn, già mente di folli progetti come Benighted in Sodom ed Ævangelist, il quale, messi un attimo da parte i suoi demoni, oppure messosi alla ricerca di nuove turbe, da vita a questo progetto e rilascia, l'anno scorso, due demo, il secondo dei quali, con l'aggiunta di due nuove composizioni, diventa l'esordio "Wisdom of the Grave", rilasciato dalla nostrana ATMF.
Chi conosce l'artista americano sa bene che definire con precisione la sua proposta musicale non sarà facile.
Di fatti, gli Oblivion Gate suonano una sorta di Funeral Doom dai contorni Black Metal e dalle venature profondamente collegate alla Dark Wave ottantiana, che si fa difficoltà ad inquadrare in un senso solo senza restare spiazzati o pretendendo di indovinare davvero dove il gruppo voglia andare a parare.
Quello che regna in questo "Wisdom of the Grave" è il senso di fastidio che ci accompagna, volontariamente, durante l'ascolto verso un abisso denso di nero e di stridori metallici che vengono, in un certo senso, esaltati dalla prova vocale di Matron Thorn il quale si rifà agli anni 80 ed alle suggestioni di tutta la scuola dark e death rock di quel periodo, creando un "pericoloso" connubio con le moderne derive estreme dell'heavy metal per un risultato finale che altro non potrebbe essere se non allucinante e spiazzante.
Ascoltare tutto il disco, tutto d'un fiato, non è certamente facile: le atmosfere malate, lisergiche ed angoscianti non ne rendono facile la fruizione, così come le poche variazioni esistenti tra un brano e l'altro, fanno si che sembri di trovarsi di fronte ad un unico, infinito, pezzo, lento, sofferto e tormentato che, se non si è nello stato mentale adatto, può indurre ad un poco gestibile senso di confusione o, peggio, di noia con la conseguenza che premere di nuovo il tasto play, alla fine dell'album, non sarà la scelta più probabile che ognuno di noi prenderà.
"Wisdom of the Grave" è, mi sembra chiaro, un album per pochi, non tanto perché abbia velleità avantguardistiche, ma proprio perché il suo spirito deprimente e le sue atmosfere di dolore lancinante non credo possano piacere a tanta gente, anzi, proprio tali caratteristiche lo rendono adatto solo a chi possa essere in grado di entrare in contatto con i demoni dell'artista americano capendone, dunque, le ossessioni e le depravazioni musicali.
In ogni caso, un album "diverso" e meritevole di attenzione, un album il cui ascolto potrebbe, anche, peggiorare la vostra situazione mentale.
Io vi ho avvertiti.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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