Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2020
Durata:59 min.
Etichetta:Argonauta Records

Tracklist

  1. DEN TREDJE DAGEN
  2. HYLLNINGEN
  3. DÖMD
  4. DEN SISTA RESAN
  5. DIMENSION 5

Line up

  • Tobias Larsson: vocals & drums
  • Björn Andersson: guitars
  • Christian Sandberg: guitars
  • Magnus Linhardt: bass

Voto medio utenti

Gli svedesi Ocean Chief hanno una storia ventennale alle spalle e questo “Den Tredje Dagen” è il loro quinto disco sulla lunga distanza. Il titolo, tradotto dallo svedese, sta per “il terzo giorno”, ma di più non è dato sapere visto che io non parlo il loro idioma né loro si preoccupano di mandare in giro qualche informazione supplementare, men che meno in una lingua comprensibile al resto del mondo.
Ciò detto, la proposta della band è di facile lettura, quasi un’ora di sludge/stoner doom con spruzzate di drone, tra Sleep ed Electric Wizard, ma con un flavour nordico che emerge preponderante in “Den Sista Resan” (l’ultimo viaggio), una canzone dalla forte connotazione ambient e con una struttura liquida, oceanica oserei dire.
Il resto del platter, a partire dall’iniziale title track, è dolore e asperità, quelle della voce del singer Tobias Larsson, che puntella strutture lente, ma non lentissime, pesanti, ma non pachidermiche fino al parossismo.
Il senso di dejà vù è costante lungo tutta la durata del disco, ma questo è un difetto del genere, anche se bisogna ammettere che la band non si sforza molto dal punto di vista compositivo per rendere la proposta più varia o interessante, soprattutto in quei pezzi, come la conclusiva “Dimension 5” dove, in assenza di vocals, i quasi 15 minuti della durata sembrano davvero infiniti nonostante la riproposizione di passaggi ambient.
Il meglio gli Ocean Chief lo tirano fuori nella prima metà del disco, dove qualche picco di intensità viene raggiunto, come già evidenziato, grazie alla capacità del cantante di sottolineare con la sua ugola sgraziata i passaggi più lenti e solenni.
Den Tredje Dagen” non farà la storia di questo genere, però non manca di momenti piacevoli che gli valgono una comoda sufficienza.

Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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