Chiudete gli occhi.
Prendete il cd dalla custodia, senza guardare.
Infilatelo nel lettore a tentoni e premete play.
E godetevi il ritorno di
Malmsteen, di nuovo alle prese con quelle splendide sonorità neoclassiche che vi hanno fatto innamorare di lui e che conoscete ormai a memoria, dato che ormai sono anni che sua maestà Yngwie vi ha "tradito".
Adesso aprite gli occhi; piangete perchè non si tratta di Malmsteen, che a meno che si lasci con la moglie non tornerà mai sui suoi passi. E dunque sorridete, perchè a riportare luce nelle tenebre ci pensa un nostro connazionale, che ha scritto e suonato un disco bellissimo, pieno di soddisfazioni e di ottimi brani.
Parliamo del guitar hero
Luca Sellitto, che in questi anni abbiamo imparato ad apprezzare con i suoi
Stamina, qui recensiti su Metal.it sempre con voti lusinghieri e peraltro sempre da writer differenti, ad ulteriore conferma della bontà dei loro dischi.
Il buon Luca, spinto dall'amore per Yngwie, ha confezionato un album come "
The Voice Within" che gli rende omaggio e che fa innamorare anche noi, dato che praticamente è come riascoltare dopo tanti anni lo svedesone che finalmente ha ritrovato l'ispirazione e si mette a suonare materiale capace di entusiasmare.
Il richiamo con Yngwie non finisce qui, poichè a partecipare alle registrazioni troviamo
Svante Henryson al basso, che con Yngwie è stato solo tre anni ma che ha suonato in due dischi meravigliosi come "
Eclipse" e "
Fire & Ice", e
Patrick Johansson degli ottimi
Northtale che magari ha suonato in dischi meno nobili (anche se "
Perpetual Flame"...) ma che è stato al soldo di Malmsteen per ben dodici anni. Oltre a loro, in veste di cantanti, troviamo
Rob Lundgren, che sinceramente conosco più per i suoi video su Youtube che per le sue band (bellissima voce e bravissimo...ma per uno della vecchia scuola come me cantare cover in cameretta non è proprio uguale ad avere un gruppo vero e proprio),
Henrik Brockmann ex
Royal Hunt prima dell'avvento di
DC Cooper nella mostruosa doppietta "
Moving Target" e "
Paradox", ed anche...
Goran Edman, sì proprio lui, che presta la voce nella splendida "
Land of the Vikings", col basso martellante di Henryson sotto, la chitarra di Yngwie Sellitto...la voce di Goran che pare quella di trenta anni fa... sono brividi forti ed un sorriso enorme avvolge il mio viso e non lo lascerà più fino al termine di questi meravigliosi 34 minuti.
C'è spazio un po' per tutto il repertorio ed i diversi colori di Malmsteen, si passa con grande convinzione e risultato da brani più neoclassici come questo, ad altri più aggressivi e quasi power come la title track, ovviamente interpretati dall'ugola d'acciaio di Lundgren, fino alle atmosfere più rarefatte e raffinate di "
What If?", giustamente riservate alla voce suadente ed avvolgente di
Brockmann che impreziosisce ulteriormente un brano che già strumentalmente si presenta come tra i migliori di un disco che non ha punti deboli.
Un disco in cui la grande tecnica, non del solo Luca - comunque irreprensibile - viene messa al servizio dei brani, cosa che ahimè a tanti non riesce più, proprio come al nostro Yngwie preferito. Qualcuno potrà parlare di un disco derivativo e certamente il senso di deja-vu è innegabilmente presente, ma da qui a scrivere brani di tale bellezza, pieno di refrain vincenti, assoli emozionanti, chorus da cantare a squarciagola grazie a linee vocali perfette, beh ce ne passa; altrimenti un brano come "
Shadows of Love", cantato da Lundgren con una prestazione da applausi, sarebbe tranquillamente nelle corde (in tutti i sensi) di Yngwie e ci allieterebbe ancora, ed invece...
Anche le tre strumentali, specie "
The Champion's Code" e la conclusiva "
Tearful Goodbye", sono appassionanti e sentite, e ci riportano indietro nel tempo, a quando tutto era più bello e semplice. La magia della musica ci permette di dimenticare in un attimo tutte le tristezze, così come questo "
The Voice Within" lascia in secondo piano ogni delusione che negli ultimi lustri hanno accompagnato ogni uscita del signor
Lannerbäck, che in ogni caso con tutti i suoi eccessi, errori, disastri e macelli, ci ha regalato degli autentici capolavori che la storia ha già marchiato come immortali.
Un album che è un must totale per tutti i fan di Malmsteen ma non solo, dato che le sue radici neoclassiche e power mixate con un hard rock cromato e "nordico" potrebbero appassionare davvero tutti gli estimatori del classic metal a 360°: non potete lasciarvelo sfuggire.