Ecco che nella nutrita discografia dei
Saxon fa capolino un terzo episodio live intitolato "The Eagle Has Landed", che segue al primo live del gruppo uscito nel 1986 ed al secondo del 1992. Stavolta Biff Byford e soci si presentano con un doppio album che contiene ben 32 brani, dei quali comunque parleremo più avanti.
Guardando invece alla formazione, se non per la presenza di quella piovra umana di Jörg Michael sui brani risalenti al 2004, si scopre che si tratta della stessa che a suo tempo registrò "The Eagle Has Landed II", mentre di quella immortalata sul primo "The Eagle …" mancano solo Graham Oliver e Steve Dawson. Sono invece davvero pochi i brani in comune tra i tre album, ed è subito evidente come manchino tanti tra i megaclassici del gruppo (tutti, a parte "Wheels Of Steel" e "Crusader"), un'assenza che i Saxon cercano di bilanciare con il recupero di canzoni altrettanto storiche e valide ma che si erano perse nelle nebbie del tempo. Le troviamo concentrate sul primo dei due, con ben tre canzoni tratte dall'omonimo album d'esordio del 1979, nell'ordine "Backs To The Wall", "Frozen Rainbow" e "Stallions Of The Highway", ben quattro da "Wheels Of Steel" (la titletrack, "Stand Up And Be Counted", "Suzie Hold On" e "See The Light Shining"), la sola "To Hell And Back Again" da "Strong Arm Of The Law", un altro terzetto da "Denim And Leather" ("Never Surrender", "Play It Loud", "And The Bands Played On") e da "Power And The Glory" ("This Town Rocks ", "Redline", "Warrior"), infine da "Crusader" viene ripresa unicamente l'epica titletrack.
Non stupisce così vedere all'opera sulla maggioranza dei pezzi di questo primo CD il figliol prodigo Nigel Glockler, autore pure di un mini assolo su "To Hell and Back Again" (mah, sarà solo un caso?), mentre dopo tocca a Jörg Michael.
Il secondo dischetto guarda, infatti, più avanti nel tempo (la canzone più vecchia è la drammatica ed intensa "Broken Heroes") dove il recente album "Lionheart" con ben nove brani (tra questi la stessa "Lionheart", "English Man’o’War", "Man & Machine", "Beyond The Grave"...) ne tiene praticamente il monopolio. Così la prima intrusione spetta a "Unleash The Beast" (dall'omonimo disco del 1997), piazzata ad ogni modo tra le due parti in cui viene proposta "To Live By The Sword". Non manca poi una stupenda versione di "Court Of The Crimson King", tratta da quel "Killing Ground" dal quale i Saxon riprendono "Dragon's Lair" e "Rock Is Our Life", mentre spetta solo una canzone a testa per "Solid Ball Of Rock" (l’anthemica titletrack) e Metalhead ("Travellers In Time").
Un’antologia quindi, sopratutto perché non si tratta di un unico concerto ma di registrazioni da diverse date europee (peccato: nessuna dall'Italia...) che patisce di una carta incostanza nei suoni, forse non indispensabile ma di sicuro interesse ed appetibile, e non solo per i fans del gruppo inglese.
L'aquila continua a volare... e la band a suonare!
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