Se amate le sonorità Death'n'roll stile Entombed di
Wolverine Blues, questo disco d'esordio dei Reek fa al caso vostro.
Formato da membri di altre band anche famose nell'ambito underground estremo - si veda la bio-, il gruppo svedese vomita sull'ascolatore 11 brani grezzi, tirati, pieni di groove, supportati da una produzione "Entombed - styled" che farà la gioia degli estimatori del genere.
I
Reek come avrete capito non inventano nulla ma ciò che fanno gli riesce bene, i brani alternano velocità, rallentamenti e reprise, il vocione gutturale del singer Hakan Stuvemark é cattivo ma intelligibile e ci accompagna fra liriche che parlano di morte, disperazione, miseria umana.
La musica è ruvida, c'è poco spazio alla melodia nel senso più classico del termine eppure risulta accessibile grazie anche alla produzione volutamente raw come il genere richiede.
Dal punto di vista esecutivo, l'approccio è estremamente essenziale ed elementare, basandosi quasi tutto su massicce dosi di groove, il disco alterna momenti più interessanti e vari come nella ricercata "
Foaming At The Mouth" o nella quasi NWOBHM "
A Matter Of Time" ad altri più lineari e classici e alla lunga qualche momento di stanca è inevitabile nonostante i nostri usino mestiere ed attitudine per offrirci poco più di mezz'ora di feroce rock'n'roll.
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