Ormai sono quasi 20 anni che i
The Black Dahlia Murder ci stanno abituando al loro suono, al loro modo di scrivere le canzoni e alle loro atmosfere: è giunto il momento della nuova prova in studio dalla stupenda copertina,
Verminous.
Se già
Nightbringers era un buon lavoro, melodico e micidiale allo stesso tempo, tre anni dopo ci riconfermano questa formula: va bene essere melodici e facilmente fruibili da un ampio pubblico ma dobbiamo anche tirare le mazzate. E non c’è dubbio, di mazzate ne tirano e ben volentieri, ma sempre accompagnate da quella melodia che a volte è interessante e ricercata, altre volte invece sembra il riciclo del riciclo.
Mi sembra veramente superfluo dire che il disco è ben suonato, registrato e prodotto, soprattutto visto che si parla di
Metal Blade, che li accompagna sin dal primo disco del 2003.
La title-track in apertura, anche primo singolo, ha una melodia anche abbastanza piacevole, che resta in testa, ma ciò che ha più valore qui è l’assolo, di
Brian Eschbach presumo, veramente eccellente. Direi che già così è un buon ritorno, con un brano si ritmato, ma anche cadenzato all’occorrenza.
Verminous in effetti ci regala una serie di proiettili micidiali, come la seguente “
Godlessly” o “
The Leather Apron's Scorn” in particolare. Però quella che credo sia la perla del disco è la finale
Dawn of Rats, preceduta da una sinistra intro acustica, è un’ottima commistione di death metal e melodia. In verità qualche riff quà e là si assomiglia, però non così spesso da dar noia all’ascolto, alla fine è un disco breve.
In conclusione 35 minuti di death metal melodico passano in fretta, tra furiosi blast-beat, assoli ipertecnici, topi squittanti e melodie sinistre, il miglior disco secondo me rimane
Nocturnal (2007), ma anche
Verminous qualche ascolto lo merita.
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